Dott.ssa Federica Agovino

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Dott.ssa Federica Agovino

Psicoterapeuta

Regole a 4 anni

Buongiorno, Scrivo qui perché non so veramente dove sbattere la testa. Ho un bimbo di 4 anni. Sorridente, molto sensibile, coccolone, vivace, intelligente, parla bene..ma questa vivacità per le educatrici della scuola materna sta diventando un problema. Mi spiego meglio. Finché si tratta di gioco libero mi hanno riferito che è tutto tranquillo, fa delle cose bellissime, gioca con gli amici.. ma dal momento che c'è da fare qualche attività nel "cerchio" o si è a tavola o si deve andare a dormire lui comincia a rifiutare quello che gli viene detto di fare ed entra in una fase di sfida, si alza, attira l'attenzione facendo rumore, non segue quello che si sta facendo ecc. E per loro questo tipo di comportamento non dovrebbe esserci essendo che comunque è al secondo anno di scuola materna (premetto che abbiamo cambiato nido al primo anno per dei problemi ed il primo anno di materna lo ha fatto in un altra scuola che abbiamo dovuto cambiare perché manifestava grossi disagi verso i bambini della classe con incubi e grande agitazione). In pratica, a loro detta, senza un educatrice accanto a lui che lo tiene lì nei momenti di attività "pilotata" tende ad alzarsi e ad andare a fare quello che interessa a lui e per loro dicono essere un problema perché non possono stare sempre vicino a lui. Noi stiamo cercando di lavorare su di lui parlandogli, facendo esempi, cercando di dare una regolarità alle giornate.. ma ogni volta che andiamo a prenderlo la descrizione della giornata è sempre "è stata una giornata complicata", e noi siamo veramente sconfortati da questa cosa anche perché a casa vediamo comunque qualche miglioramento, ma loro no. Ci hanno anche consigliato psicomotricità, abbiamo provato a portarlo ma non ci vuole letteralmente più andare, il giorno che è tornato da quella attività era molto nervoso e continuava a chiedere perché lo abbiamo portato da quella persona e perché non ci fossero altri bambini, ha proprio un rifiuto! E le educatrici al mio non lo porto più perché non posso frustrare mio figlio portandolo in un posto dove non vuole andare si sono molto indispettite. Ho sentito anche il pediatra e mi ha detto che l'unico "problema" secondo lui di mio figlio è la sorellina di 9 mesi (in effetti anche se la adora sta sviluppando una grossa gelosia). Vorrei poter trovare un modo per fare capire al mio bambino che non sempre si può fare quel che si vuole ma non so davvero come fare. Perdonate la banalità della gare ma siamo veramente stanchi di sentirci dire queste cose e siamo sconfortati perché sembra non esista più spazio per i bambini vivaci. Avete qualche consiglio? Grazie mille

Buongiorno Sara.

Innanzitutto grazie della fiducia che sta riponendo in noi affidandoci le sue preoccupazioni, le sue ansie. Suo figlio (a proposito, non ci dice il suo nome) esprime oppositività, ci dice, e poca socievolezza a scuola e comunque nelle occasioni relazionali esterne alla vostra casa. La segnalazione delle maestre le parla di “sfida” di “ricerca di attenzione”, di “mancanza di rispetto delle regole” stabilite dalla scuola.  Sinceramente il ricorso a specialisti della psicomotricità non mi trova d’accordo, a meno di particolari altri problemi non espressi nella sua richiesta. Mi sento di condividere, invece, la considerazione del suo pediatra, che riferisce la problematicità dei comportamenti di suo figlio alla nascita della sorellina. 

Inevitabilmente suo figlio avrà dovuto adattarsi a nuove abitudini, al disorientamento conseguente alla necessaria condivisione delle attenzioni genitoriali, ma anche dei parenti e degli amici, alla sensazione di essere messo da parte, di essere trascurato.

Regressione, capricci e rabbia diventano così gli strumenti per sfogare le emozioni negative prodotte, ma anche per cercare di attrarre, di nuovo e secondo le precedenti modalità, l’attenzione dei genitori.

E naturalmente la scuola, lo spazio in cui sono per più tempo vissute le sensazioni  di allontanamento dai genitori ,  può  diventare il luogo dove questi sentimenti trovano la maggiore possibilità di espressione.

E allora cosa fare? Bisogna mantenere la calma, parlare in modo chiaro al bambino per aprirsi ad una relazione positiva, avere la pazienza di attendere l’elaborazione del sentimento della gelosia e della sensazione di abbandono.

Anche il bambino ha paura , ed  i suoi comportamenti esprimono le sue paure.

Non abbia paura di non farcela, Sara, perché, come dice Bollea “ Le mamme non sbagliano mai”, e proprio la lettura di questo testo potrebbe esserle di grande aiuto.

Federica Agovino

Psicologa, Psicoterapeuta

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Psicoterapeuta - Roma

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