Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Quando “è consigliabile” che i genitori chiedano aiuto ad un professionista?
Genitori non si nasce, non è solo un modo comune di dire, in realtà genitori si diventa giorno dopo giorno. Non esiste un vero e proprio debutto ma può accadere in momenti diversi della vita: per alcuni coincide con la decisione di interrompere l’assunzione o l’utilizzo di anticoncezionali, per altri il “sogno” inizia fin da piccoli e può diventare anche uno degli obiettivi del proprio futuro, per altri ancora quando si incomincia a parlarne all’interno della coppia, altri lo realizzano quando si trovano di fronte al fatto compiuto e la situazione “ormai” capitata obbliga ad affrontare l’argomento a livello singolo e di coppia.
MOTIVI PER RICHIEDERE UN COLLOQUIO
I motivi per cui una famiglia può richiedere supporto a un professionista per questo specifico argomento sono molteplici e non sempre riferibili a momenti stressanti o coincidenti con la “nascita” di eventuali problemi.
Ci si può rivolgere ad un professionista per essere aiutati ad affrontare alcuni eventi di vita, o anche perché l’esperto può insegnare a raccontare un evento quando lo si deve spiegare ad altri, sia esso una situazione negativa per esempio un lutto importante, o positiva come una nascita o un’adozione, o un tema “ostico e permeato da vergogna” come possono essere la sessualità e l’amore, infine, ci si può avvicinare ad uno psicologo per essere aiutati come “genitori” ad educare o durante specifici momenti di difficoltà educative e relazionali.
Crescere un figlio non è mai un compito facile e nessuno ci ha mai insegnato ad esplorare uno dei mandati della nostra vita: procreare, salvaguardare la propria specie ed accudire/educare il proprio figlio (Veglia, 2005).
Non ci si deve accusare o incolpare dopo un possibile errore.
Si è tutti esseri umani, la cosa importante è sempre riuscire a “ripartire”
e trovare la strada maggiormente indicata per la soluzione all’eventuale problema.
QUANDO RIVOLGERSI AD UN PROFESSIONISTA?
Queste sono solo alcune delle possibili domande che con l’aiuto di un professionista ricevono una risposta.
POSSIBILI SCOPI DELL’INTERVENTO FAMIGLIARE
Può essere utile chiedere degli incontri per riuscire, in un luogo neutro, a dare un significato o osservare attraverso “nuova” modalità una difficoltà relazionale, emotiva e/o cognitiva.
Insieme si potranno valutare molteplici strategie, scegliere quella che sembra essere la migliore, provare ad attuarla misurando i progressi famigliari dove gli esperti si trovano nel gruppo stesso: psicologo o psicoterapeuta, maestri della tecnica/ del metodo/ dell’educazione mentre i genitori lo sono in riferimento al loro ruolo e per la conoscenza del proprio figlio.
COLLOQUIO CONOSCITIVO E PERCORSO FAMIGLIARE
Gli incontri, di prassi avvengono con cadenza quindicinale, sono coperti da segreto professionale e vengono condotti “senza giudizio”. Certo, è vitale, avete letto bene, gli psicologi e gli psicoterapeuti, per loro formazione, devono imparare a “NON” giudicare.
Servono circa tre/quattro incontri per comprendere la difficoltà o la problematica descritte, presentare la strategia seguita fino al momento presente e provare, insieme, a formulare un piano da attuare, durante il percorso, per raggiungere l’obiettivo o provare nuove strategie.
Che differenza c’è tra consulenza, supporto e terapia famigliare?
CONSULENZA FAMIGLIARE
Si compone di incontri, che di solito hanno cadenza settimanale, della durata di circa 50-60 minuti e si strutturano in circa 2/3 colloqui al massimo, cui possono partecipare l’intera famiglia o anche solo uno o due componenti. L’obiettivo è fornire indicazioni pratiche volte al superamento delle difficoltà per un miglioramento della “vita” famigliare.
È una relazione che tende ad aiutare e favorire il proseguo della “convivenza” e il benessere dell’intero nucleo.
Al termine del percorso di consulenza famigliare o le difficoltà sono state superate e tutte le “relazioni” sono rientrate nella normalità o se così non fosse si possono valutare due possibili alternative: SUPPORTO o PSICOTERAPIA FAMIGLIARE.
SUPPORTO FAMIGLIARE
Se si sceglie di propendere verso questo percorso psicologico, agli incontri è preferibile la presenza del nucleo familiare intero, anche se è comunque possibile ammettere alla partecipazione uno solo o due componenti. L’intervento in oggetto prevede una strutturazione dettagliata, solitamente durante i primi colloqui si definisce un obiettivo, si delineano le risorse, si individuano le difficoltà interne alla relazione o al nucleo e si stabilisce anche la durata che in genere prevede circa una decina di incontri con cadenza settimanale o quindicinale.
TERAPIA FAMIGLIARE
Questo intervento si propone di risolvere le difficoltà interne al nucleo (di un singolo o del “gruppo”) con la partecipazione di tutta la famiglia. Durante questo percorso le persone saranno ascoltate, verrà riconosciuta e normalizzata la loro difficoltà o la problematica che riportano. Non bisogna “incolpare” nessuno né trovare il “colpevole” ma confrontarsi in una modalità il più aperta possibile per riuscire a trovare collaborando tutti insieme una strategia volta al benessere a tutto tondo. Anche la famiglia, così come il singolo, ha le proprie risorse interne ma quando si discute da troppo tempo, soprattutto se contemporaneamente sono presenti difficoltà a relazionarsi, spesso si perdono di vista le risorse positive o, addirittura, si pensa che non siano più presenti, aspetto invece solo da “rispolverare” e ritrovare.
La famiglia deve avere la volontà di collaborare, altrimenti anche semplicemente la presenza della difficoltà di un solo componente si potrebbe ripercuotere su tutto il nucleo.
La famiglia è un gruppo sempre in divenire, è una risorsa per tutte le persone, durante tutto il percorso della vita e le sue fasi, bambini, adolescenti ed adulti, perché l’uomo è un animale sociale e ha bisogno di creare relazioni extra personali ma anche di avere una base sicura cui rifugiarsi nei momenti di bisogno o dove “esultare” e ridere dei traguardi raggiunti nella propria vita.
Bibliografia:
Alberto Pellai, 2018, Zitta! Le parole con cui fare pace con la storia da cui veniamo. Ed. Mondadori.
Fabio Veglia, 1999, Storie di vita: narrazione e cura in psicoterapia cognitiva. Ed. Bollati e Boringhieri.
Fabio Veglia, 2005, Manuale di educazione sessuale. Interventi e percorsi. Vol. 2. Ed. Centro Studi Erickson.
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Riceve a Torino, in provincia ed online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino
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