Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Quando i ricatti di una figlia adolescente compromettono la stabilità di una madre
Sono una mamma separata di una figlia di 15 anni.
Ho atteso che mia figlia accettasse 4 anni fa la separazione con il padre, poi ho atteso che accettasse il fatto che mi ero innamorata di un altro uomo e che desideravo che questo uomo facesse parte della mia/nostra vita.
Ho atteso che fosse pronta per accoglierlo in casa, per sua volontà l'ho cacciato e poi riaccolto in casa ed ora non sapendo più come farmela "pagare " non vuole che lui inviti i suoi figli a casa nostra a pranzo o a cena perché lei non li sopporta.
Alla mia affermazione che per tre volte all'anno poteva tollerarli, la risposta e' stata che sono una mamma instabile, felice solo quando il mio compagno è a casa, che antepongo tutto e tutti a lei e alla sua felicità e che a questo punto o il nostro sarà un semplice rapporto di convivenza e non più un rapporto madre-figlia o si troverà costretta ad andare a vivere con il padre..
Sonora dentro!
Buonasera gentile Cristina,
dalla modalità di scrittura si evince molta tristezza, rabbia e forse anche sconforto da parte sua.
Tristezza per la situazione creatasi tra le e la ragazza, rabbia forse perché non si sente compresa e sconforto perché “vedere e percepire” una lontananza da parte del proprio figlio non fa mai stare bene una madre.
Lei scrive che ha atteso per svariato tempo che la figlia “accettasse” la separazione, il nuovo fidanzamento da parte sua e la futura convivenza col partner. Le vorrei fare però delle domande su cui riflettere:
- Come vi siete separati lei ed il papà?
- Vostra figlia come è venuta a saperlo?
- Com'è era e com'è oggi il dialogo tra lei e sua figlia? E’ un dialogo aperto? Vi confrontate?
- Quando discutete cercate di capire il motivo della discussione o vi fermate all'insulto piuttosto che alla rabbia e lasciate decadere la cosa?
- Come mai oltre la rabbia che sua figlia prova e mostra non “vuole” il nuovo partner?
- Come sono i rapporti tra lei e l’ex marito? E tra papà e figlia?
Dal suo messaggio come già detto nelle righe precedenti c’è sofferenza generale e forse, soprattutto negli ultimi anni tante cose non dette o tanta rabbia repressa.
Il comportamento della ragazza denota una comunicazione altalenante o non proficua tra di voi.
Un consiglio che le posso dare è quello di cercare di avvinarvi, sia a parole sia coi gesti, verso un maggiore livello emotivo/empatico l’una verso l’altra e non fermarvi alla rabbia iniziale. Potreste richiedere una psicoterapia individuale (magari rivolta alla sofferenza della figlia con successivi colloqui famigliari) o direttamente una terapia famigliare (lei e la ragazza). Li, sicuramente, sarebbe più semplice col tempo parlarsi ed accettare anche visioni diverse o emozioni che possono “far male”. Creando la giusta alleanza e sentendovi non giudicate dal terapeuta potreste riuscire anche a parlarvi e dirvi cosa c’è, ad oggi, di non detto tra di voi. Inoltre, in seduta, sicuramente la relazione non sarebbe mai uguale a come vi comportate a casa sia negli atteggiamenti sia nel parlato.
Le auguro di trovare presto la soluzione migliore per non incrinare (ulteriormente) il vostro rapporto.
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino