Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

Un mese fa il mio ragazzo ha perso il padre a causa del coronavirus.

Buonasera,
Un mese fa il mio ragazzo ha perso il padre a causa del coronavirus. Stavamo affrontando questo brutto periodo insieme fino a quando Milano è diventata zona rossa. Dopo la morte del padre è tornato a casa dalla madre per confortarla, non viviamo insieme. Qualche giorno fa c’è stata la messa per ricordare il papà e da quel giorno è in down totale. Lutto più lockdown non facilitano la situazione, non ci vediamo da due settimane e vorrei essere con lui per dirgli che io ci sono. Due giorni fa gli ho chiesto se stesse bene non voleva parlarne per telefono, poi ha ceduto dicendomi che non sta bene, che sta pensando tanto e non sa più quello che vuole, ha fatto un discorso generico su tutto e tutti, me compresa. Ora non risponde più al telefono, ne a me, ne a sua sorella e siamo preoccupate. Stavamo pensando ad un supporto psicologico. Pensavamo tutti che sarebbe stato il più forte della famiglia e invece no. Ha bisogno di aiuto ma di un aiuto esterno, come posso convincerlo? Grazie in anticipo

Gentile Beatrice,

perdere una persona amata e importante come un genitore, può essere fonte di tormento e angoscia personale. Il mondo esterno può apparire come svuotato, arido, senza colori, senza interessi e talvolta anche percepito come “solitario”. Il mondo, quindi, può perdere ogni significato e la persona, all’inizio, potrebbe rinchiudersi in se stesso perché non ancora “capace” di accettare l’accaduto e così facendo potrebbe non riuscire più ad amarsi o ad amare gli altri seppure non lo faccia apposta e potrebbe anche non volerlo o non “vedere coi propri occhi” questo comportamento messo in atto. La mente può farci reagire in svariati modi quando si sta male.

Sicuramente lei e la sua famiglia siete persone molto aperte e che lo state aiutando nel migliore dei modi: standogli vicino, accettando la presenza o l’assenza, cercando di chieder aiuto ad un professionista.

Considerate come famiglia anche le tempistiche perché il lutto per essere elaborato ha bisogno di tempo e fasi proprie. Quando ricevo richieste riferite a questa tematica molto sofferente per la persona e per i famigliari vicini consiglio sempre:

1)      Per rielabora un lutto possono servire molti mesi e addirittura anni per poter parlare di lutto risolto;

2)      Ma se la persona sta male, si sta chiudendo sempre più in se stessa, se non riesce a lavorare o studiare (in base all’età), se si sta isolando, se ci sono cambiamenti importanti nella routine quotidiana allora può essere auspicabile non aspettare le tempistiche fisiologiche ma farsi aiutare.

L'obiettivo di un tale percorso può prevedere: l'essere supportato in questo momento di intenso dolore e sofferenza, essere accompagnato nella sua rielaborazione senza "il rischio" di vivere una negazione del lutto e cercare, con le tepistiche della persona, di accettare il lutto trovando le proprie strategie per tornare a vivere sereni inserendo comunque nella propria memoria la persona amata. 

Voi mi sembra, come detto sopra, che state già cercando di comprendere il suo dolore, di empatizzare con lui, di star vicino ma anche accettare (seppure con difficoltà) le sue richieste di isolamento,

Chiedere ed accettare l’aiuto può essere il primo passo per salutare “bene” e nel migliore dei modi la persona amata e per riuscire a inserirlo al meglio non solo in memoria ma anche come pensiero che sia quotidiano o saltuario.

Resto disponibile per chiarimenti o richieste aggiuntive.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Riceve a Torino, a Collegno e online

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