Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Da un po' di settimane ho problemi con me stessa.
Circa 2 settimane fa' ho perso i miei genitori in un incidente. Nonostante varie sollecitazioni da parte di mio fratello di vivere un po' con lui, ho deciso di prendere questo avvenimento, ormai successo, come sfida e andare a vivere da sola. Mi ha sempre spaventata l'idea di passare del tempo solo con me stessa e questo poteva essere proprio il momento per superare questo limite.
Non è andata esattamente così. Ho 18 anni, lavoro come investigatrice e studio criminologia quindi a casa ci sono poco ma quei pochi momenti che ho avuto a disposizione per confrontarmi con me stessa, mi hanno aperto come un "vuoto" dentro di me. La mattina mi svegliavo, mi guardavo allo specchio e vedevo, costantemente, una maschera che si modellava secondo il parere degli altri. Una maschera che mi allontanava giorno dopo giorno da me stessa. Mi guardavo e vedevo solo tanti volti, questo mi ha portata a guardarmi in modo così critico fino ad arrivare a vergognarmi di me stessa. Tendo ad essere tanto perfezionista, ogni difetto, cercavo di coprirlo con un pregio ai miei occhi. Attualmente, istintivamente, gli unici momenti liberi li passavo/passo uscendo per non dare a me stessa il tempo di pensare. Questo atteggiamento mi porta nel nascondere il problema senza affrontarlo, ma penso che l'ancora che lo tiene nascosto sul fondale prima o poi si possa rompere facendolo tornare a galla. Dunque vorrei affrontarlo, riuscire a levarmi tante anzi diciamo tutte le maschere che indosso e non vergognarmi di quello che sono realmente. Ero arrivata a vergognarmi di uscire di casa solo perché qualcuno magari mi avrebbe potuto guardare. Il fatto che gli altri potessero vedere ciò che a me schifava mi portava a chiudermi. Vorrei affrontarla, non dico di vivere in modo infelice anzi, ma vorrei realmente trovare un modo di uscire di casa con qualche sicurezza in più, non vergognandomi del volto.
Magari la tematica potrebbe essere stupida o banale e mi scuso in anticipo per questo.
Grazie e scusate ancora.
Gentile Manuela,
nessuno tematica è stupida o banale. Lei, inoltre, in questo momento di vita sta ancora vivendo nel pieno di una possibile riformulazione personale un importante lutto, per di più improvviso, come può essere quello genitoriale.
Ognuno di noi può dare maggiore importanza ad alcuni pensieri, agiti, emozioni, ecc. non si giudichi anzi stia sulla riflessione che ha fatto in questo ultimo periodo molto accurata e precisa.
Cosa le fa paura della solitudine? Lei crede in se stessa? Ha una buona autostima? Le sue risorse personali lei riesce a "trovarle" o spesso sono bloccate da alcuni pensieri o emozioni o "blocchi" personali?
Da come riferisce e dal fatto che stia già provando da sola a cercare una possibile soluzione al suo malessere, le consiglio di valutare un percorso psicologico dove sarà accompagnata da un professionista nel riconoscere, rispecchiare, identificare, “accettare”, accogliere, legittimare e modificare i pensieri o le emozioni "negative" o "difficoltose" associate a tale agito o a varie riflessioni o concetti.
Avvicinarsi a questo tipo di percorso può anche essere un aiuto per riformulare al meglio questa mancanza improvvisa.
Gli incontri sono, inoltre, coperti da segreto professionale e sono senza giudizio.
Lei è una persona giovane e presto troverà le sue risposte e la forza dentro di lei che sembra già aver cercato in questi anni.
Cordialmente e condoglianze
Resto a disposizione per informazioni, dubbi, se volesse rispondere in privato alle domande poste per darle maggiori dettagli (mi scuso se ho inserito le domande ma per quanto molto dettagliata non è mai semplice in poche righe avere un quadro completo della richiesta) e/o per un eventuale percorso online.
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino