Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Ragazzino difficile?
Buongiorno,
Sono una mamma di tre ragazzi. Il secondo mi sta dando tantissimo problemi. Il primo ha 16 anni, il secondo 13 e la terza 12. Il secondo, sta peggiorando sempre più. Sin dalla scuola elementare le insegnanti dicevano che poteva fare di più. Ora è in terza media, e di studiare proprio non ha voglia.
Passa il tempo tra telefono e tablet, gli viene ripetutamente detto di metterli a posto ma non ascolta. Ho provato a dargli una sberla, ma visto che è più alto di me, mi è difficile. Non valgono rimproveri, né punizioni. Risponde con un tono che con i miei genitori non ho mai usato. Ho perso la pazienza. Non so più come comportarmi con lui. Vorrei si rendesse conto di come è diventato.
Gentile Claudia,
posso immaginare anche dal racconto di altri genitori, che ho già aiutato in passato o che stanno seguendo un percorso, il momento "esplosivo" che state vivendo.
Secondo lei questo comportamento è legato all'ingresso in adolescenza? Da quanto persiste questa situazione?
È successo all'improvviso o sembrerebbe essere arrivato all'apice dopo tanti anni di poco interesse scolastico?
Mi sembra di capire però che non sia solo riferito alla scuola il "menefreghismo" e "l'arroganza negli atteggiamenti" ma in generale alla vita anche in famiglia.
Come è il rapporto tra di voi? Quando gli date una regola spiegate il suo motivo sottostante? Ci sono momenti anche di serenità e di tranquillità in casa? Quando raggiunge un obiettivo come vi comportate? E lui?
Potreste ripartire tutti insieme. E magari cercare di trovare un primo obiettivo comune da perseguire e vedere anche lui se cambia o se si apre.
Si potrebbe anche ripartire mettendovi voi adulti in gioco per primi e far vedere a lui che vorreste parlare, spiegargli come state, cosa vi preoccupa e dirgli anche quanto ci tenete a lui (facendo riferimento alle sue risorse) da lì, dandogli tempo e portando tanta pazienza, provare a vedere se anche lui cambia o far presente cosa avevate provato a dire insieme o promettervi da questa vostra ripartenza.
Cercate anche di andargli meno contro, seppur difficile in alcuni momenti e di farlo sentire accolto e non giudicato. Capire e chiedere cosa succede quando ti comporti così? Come sono le insegnati? Cosa pensi di cambiare con questo atteggiamento?
Se invece la situazione non dovesse cambiare o doveste osservare particolare stanchezza si potrebbe valutare un percorso di supporto psicologico individuale per vostro figlio o famigliare. In un luogo neutro, senza giudizio, coperto da segreto professionale e con un esperto potreste pian piano ritrovare e riscoprire le vostre risorse come singoli individui e come famiglia.
Resto a disposizione per informazioni, se volesse rispondere in privato alle domande o per eventuale consulenza.
dott.ssa Federica Ciocca
psicologa e psicoterapeuta
Ricevo: Torino, Collegno e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino