Dott.ssa Federica Ciocca

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Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

Disturbo borderline

Buongiorno, io volevo avere alcune delucidazioni rispetto al percorso che sto facendo con il mio terapeuta. Vi spiego, io sto in cura da due anni e mezzo e devo dire che fino a febbraio dell'anno scorso stava andando anche abbastanza bene fin quando appunto non comincia il lock down. Diciamo che quel tempo l'ho vissuto anche abbastanza bene, tuttavia a seguito di un messaggio del terapeuta (non me ne aveva mai mandati) e successivamente di una mia amica che non sentivo più con la quale i rapporti si erano raffreddati, per evitare crisi chiedo al terapeuta di riprendere le sedute in presenza. In queste sedute racconto il dispiacere per il messaggio ricevuto ma che nonostante questo quel mese e mezzo (quasi due) non lo avevo vissuto male. Cominciano i problemi, comincio a portare dei primi sintomi depressivi (mai avuti fino in quel momento) senza avere la possibilità di andare fino a fondo per elaborarli, che mi viene proposto subito il farmaco e così sarà per altre due sedute. Io mi spavento, perché vedo il terapeuta che si spaventa e comincia a farmi domande su come passassi il tempo, se mangiassi o meno ecc.. Sento in quel preciso momento che non è quello che avrei voluto da parte sua, avrei voluto più distacco e la capacità di affrontare ed andare a fondo alle questioni, ma non è stato così. Inizio a covare molta rabbia e comincio a pensare che il terapeuta non sia all'altezza drl suo lavoro, fin quando dopo 4 mesi di terapia esplodo e gliene dico di tutti i colori. In autunno riprendo la terapia fino ad adesso ma purtroppo non riesco più a fidarmi. Cosa devo fare? Devo cambiare terapeuta o cambiare terapia (orientamento/approccio)?

Gentile Silvia,

da parte sua si evince una importante e profonda riflessione. Non ho capito cosa abbia scritto il terapeuta durante il lockdown.
Lei nel parlare subito del suo "smarrimento" ha fatto molto bene. È un passo forte ma allo stesso tempo che dovrebbe portare a chiarimenti e anche una discussione proficua tra di voi. Può capitare di avere visioni diverse o che possano insorgere dubbi o malcontenti.
L'aspettò su cui vorrei un attimo soffermarmi per poterle dare maggiori rimandi è: come mai il terapeuta si è focalizzato in modo importante sulla terapia farmacologica? Si è spaventato come è stato percepito da lei? Cosa lo potrebbe aver fatto spaventare, secondo lei?
Lei è, inoltre, una persona che si fida del prossimo o è una difficoltà che potrebbe esser utile osservare meglio e più dettagliatamente in un luogo neutro e protetto come la terapia?

Se però la fiducia è venuta a mancare la relazione diventa molto problematica. Non si giudichi e non si faccia colpe. Il consiglio è si di provare ancora a parlare per cercare una strategia insieme, dato che mi sembra che la terapia stesse andando bene e solo dopo valutare eventualmente un cambio di terapia.
la difficoltà è problematica non mi sembrano riferite all'orientamento, anche se lei non lo cita quindi non è possibile dare riferimenti in merito ma più relazionale.

Resto a disposizione se volesse rispondere ai miei dubbi per poterle dare maggiori rimandi, per dubbi, domande, richieste aggiuntive o eventuale consulenza.

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta 

Ricebo: Torino, Collegno e online 

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