Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Fallimento?
Buonasera,
ultimamente mi sento una nullità, una buona a nulla.
Io sono una ragazza di 22 anni. Mi mancano due esami per conseguire la laurea triennale (fuoricorso di un anno) con una media del 90
Ho dovuto rimandare per tutte le problematiche legate alla pandemia (esami spostati, accavallati, tirocinio "insignificante" per il mio corso di laurea). Sono sempre stata una persona sveglia, rispettosa, intelligente e a detta di tutti matura per la mia età. Tutto ciò però non mi basta.
L'università me le ha fatte passare di tutti i colori, tra professori che cercano di metterti in difficoltà (riducendo i tempi degli esami dato che sono online) ed altri che proprio se ne fregano, come se non fossero mai stati studenti.
Io voglio sempre il meglio per me stessa, infatti vorrei iscrivermi alla magistrale. Poi arriva mio padre che mi dice "ma cosa studi a fare? cosa continui a studiare se non ce la fai?" e mia madre "muoviti a finire, non ho intenzione di pagare altre tue tasse come studentessa fuori corso".
Non riesco a trovare la forza di andare avanti. Ho continuamente attacchi d'ansia..ci sono giorni che sono attiva e sorridente ed altri in cui mi sento una fallita, un peso per i miei genitori. Di notte mi sveglio con tutti questi pensieri, che finiscono per farmi stare male fisicamente, a uccidermi internamente.
Spero che mi possiate aiutare. Grazie!
Gentile Manuela,
da come scrive mi sembra di capire che sia un periodo per lei intenso dove molti aspetti (personali, studio, emotivi, ecc.) siano venuti ad accavallarsi gli uni sugli altri e forse alcuni aspetti le stanno provando dentro di sè importante ansia, frustrazione e tensione. Questo non solo può essere "gravoso" per lo studio non avendo totalmente la mente lucida ma anche e soprattutto per un suo benessere personale e quotidiano.
Come è la comunicazione coi suoi genitori? Come mai le stanno facendo queste domande riguardanti lo studio? Mamma e papà non erano o non sono d'accordo con il suo percorso di studi?
Le consiglio in primis, se possibile, di aprirsi coi suoi genitori, di provare a spiegare cosa significa per lei studiare e il tipo di professione che potrà valutare terminati gli studi.
Non si colpevolizzi per l'anno "di ritardo" perchè non è sempre e solo negativo e se la cosa è capitata mi sembra di capire, inoltre, dal suo racconto che ci siano delle cause giuste o sbagliate che siano non è questo il problema o ciò su cui dobbiamo riflettere se mai come fare per proseguire? Come presentarsi al prossimo esame con meno ansia da prestrazione? Come vivere meglio le attuali o le future sfide della vita?
Le consiglio se le sue preoccupazioni persistono, se non si sente felice, se sente un nodo al petto o alla gola e se non riuscisse a comunicare con mamma e papà di valutare un percorso breve di psicoterapia individuale dove non solo conoscersi meglio, essere accolta e supportata ma anche imparare pian piano a trovare o Ritrovare le proprie risorse, per migliorare l'autostima e riscoprire le proprie abilità interne.
Resto disponibile per informazioni, richieste aggiuntive, eventuale consulenza o inizio di percorso (online o in presenza) o se volesse rispondere in privato alle domande poste.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino