Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Non so più come mi sento e non so come agire di fronte a questa situazione
Salve, sono una ragazza di 18 anni e penso di vivere in uno stato di disagio psicologico fin dall'infanzia che con gli anni è andato solo a peggiorare.
Non riesco a stare qui a raccontare tutta la mia vita perchè quando ci ripenso non riesco a mettere i ricordi in ordine, ho solamente dei brevi flashback che ogni tanto, anche nei momenti meno opportuni, ritornano in mente. Posso sintetizzare dicendo che ho vissuto male sia la situazione in famiglia che quella scolastica a causa di maltrattamenti psicologici e talvolta fisici. Cerco il più possibile di allontanarmi da questi ricordi perchè ormai i miei genitori sono separati e i maltrattamenti sono finiti e con la scuola va meglio però non riesco a stare affatto bene. Ho sviluppato durante gli anni un rapporto malsano con il cibo e con il mio corpo, con periodi di grande sofferenza e di calma (ad esempio quest'anno ho avuto periodi di grande abbuffate con periodi di 'calma' della durata di 1-2 settimane di dieta restrittiva, con eccessivo uso di lassativi nel periodo di gennaio). Ore le cose sembrano proseguire bene questo mese, dopo aver preso 8kg (da 50 sono passata a 58) ho ripreso a dimagrire senza problemi. Ho avuto solo un'abbuffata questo mese e l'ho saputa gestire senza troppi problemi. Quando sono in quei periodi purtroppo mi ritiro completamente dalla realtà e quando non lo sono riesco a gestire un po' la cosa ma con difficoltà.
Oltre questo non riesco a fare molta chiarezza sul mio stato di salute mentale, mi sembra di essere una persona differente ogni giorno, ho frequenti sbalzi d'umore, posso passare dalla depressione all'euforia senza chissà quale motivo. Oppure ho momenti di grande ansia, di depressione, di perdita totale di motivazione, di paranoie, pensieri ossessivi, di fantasticare eccessivo, di pensieri suicidi, paura di rimanere sola, scarsa memoria, e scarsissima concentrazione. Tutti ciò non avviene simultaneamente ma ogni sintomo si alterna con un altro. E poi c'è il peggiore: il vuoto interiore. Che ho notato avvertire soprattutto quando ho l'impressione di sentirmi abbandonata dagli altri e dal mondo.
Riguardo alla scarsa concentrazione e al fantasticare ce li ho avuti in maniera 'aggressiva' soprattutto nell'infanzia (con il tempo si sono alleggeriti ma di poco) causando problemi a scuola. Non riuscendo a mantenere l'attenzione nel vero senso della parola. Non so seguire un discorso per interno e fare una lettura senza distrarmi. Non perchè non capisca ma perchè la mia mente pensa troppo e divaga sconnettendosi dalla realtà.
La scorsa settimana ho compiuto 18 anni, ho avuto una bella festa a sorpresa. E anche se è stata piccola (va beh, si sa che per il covid) tutti mi hanno pensato, anche chi non me l'aspettavo (zii, cugini, ecc.), convinta per com'ero che nessuno l'avrebbe fatto. Nonostante tutto non riesco ad essere contenta di questo. Mio padre mi ha deluso per l'ennesima volta e non mi aspettavo una reazione del genere da parte mia .Mi ha mandato un semplice messaggino di auguri addirittura il giorno prima del io compleanno. Nessuna chiamata e nessun regalo. Come fossi una sconosciuta.
Ho la paura costante di essere o diventare come lui. Che non bisogna fare 2+2 per capire che egli è un soggetto mentalmente instabile.
Ultimamente poi, da qualche mese, ho conosciuto un ragazzo. A malapena lui sa il mio nome ma sono quasi ossessionata da lui. Vorrei sapere tutto riguardo a lui, vorrei tantissimo averci a che fare (non sono innamorata) solo per capire com'è fatto. Un po' lo idealizzo eccessivamente. Il problema è che non riesco a farmi avanti per la mia paura di essere rifiutata. Se lui mi lasciasse sola mi sentirei abbandonata e vuota. Una persona senza senso. Ogni volta penso che qualsiasi interazione con lui possa causare questo abbandono. E questo dopo aver vissuto una relazione di qualche mese l'anno scorso dove avevo creduto di aver trovato il ragazzo della mia vita. L'ho tenuto stretto a me per qualche settimana, con la paura di perderlo e poi all'improvviso da un forte amore (che non era così, e l'ho capito dopo) sono passata ad un intenso odio e sensazione di disgusto nei suoi confronti. L'ho lasciato però senza ferirlo o cose del genere. Mi sono solo comportata in maniera un po' fredda.
Non ho più amicizie e non voglio avvicinarmi a nessuno. Non sento di poter far parte di questo mondo.
Alla fine, mentre scrivo questo, a malapena mi riconosco. E come se fossi distaccata da me stessa. Mi capita spesso che mi venga in mente domande come: ''ma veramente ho avuto questi periodi disastrosi?; veramente ho provato questa cosa?; ho fatto davvero questo, io?!!''. Semplicemente, non mi riconosco, non mi sento io. Penso allo scorso mese in cui ho passato giornate intere a mangiare e mangiare, a stare a letto senza voglia di fare niente, e non mi sembra di averlo veramente vissuto, come se non mi appartenesse, come se la mia vita fosse fatta a pezzi e quegli episodi sono solo pezzi appartenenti ad un'altra me che si sono intromessi tra i miei.
Fuori forse sembro una persona normale agli altri perchè nessuno mi dice niente. A parte mia mamma che in un momento di ira mi ha dato della 'pazza'. Al di fuori di questi momenti di rabbia intensa fuori sono calma, ma dentro c'è un caos che mi impedisce di stare collegata alla realtà.
Non so più cosa fare. Scrivo qui per cercare una qualche risposta, vorrei avere un parere sincero sulla mia situazione. Vorrei sapere anche come dovrei agire per ritrovare almeno un po' di serenità mentale. Devo contattare un professionista? Chi?
Grazie mille a chi avrà avuto la grande pazienza di leggermi e di rispondere.
Gentile Valentina,
da ciò che scrive mi sembra che stia vivendo un momento di importante pesantezza e chiusura. Sembra emergere anche poca fiducia nel prossimo.
Com'è la sua vita in famiglia? Il dialogo? La vicinanza? Cosa le ha scatenato questa intensa paura dell'abbandono? Lei ha amiche o amici?
Le consiglio dopo attenta lettura di valutare un percorso di psicoterapia dove insieme ad un professionista osservare da una nuova prospettiva, neutra e protetta queste sue sensazioni e da li trovare insieme la strategia e la forza interna per cercare la sua serenità. Le consiglierei, inoltre, di valutare anche una visita da uno psichiatra per ragionare anche su una leggera cura farmacologica che potrebbe inizialmente farla sentire meglio e aiutarla nella gestione di questa sofferenza in concomitanza al lavoro psicoterapeutico che la porterebbe a conoscere meglio se stessa e le sue risorse da far emergere.
Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive, eventuale consulenza o se volesse rispondere in privato alle domande poste.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino