Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Ansia che ritorna per l'università
Salve a tutti. Dal titolo avrete già capito che l'università e in particolare lo studio, sono diventate cause di una forte ansia che ha compromesso i miei esami. Non ero una persona ansiosa, mai stata. All'età di 16 anni senza motivo ho cominciato a soffrire di ansia e attacchi di panico (sono finita anche in ospedale). Non era sicuramente legato alla scuola poiché i sintomi sono iniziati in estate. Inizia per me un periodo lungo e difficile che mi porta ad avere problemi con molte cose tra cui la scuola appunto (ho iniziato ad avere molta ansia per le interrogazioni e prima non ne avevo mai avuta). L'anno scolastico infatti non va benissimo. Spesso mi venivano attacchi di panico a scuola e tornavo a casa, o a volte la mattina non riuscivo proprio ad entrare. I professori nonostante fossero quasi tutti a conoscenza di questo mio problema non hanno fatto pressoché nulla per aiutarmi. Ho intrapreso un percorso con una psicologa e le cose sono lentamente migliorate, infatti ho fatto la maturità e non è andata così male. A 19 anni mi sento un po' confusa su ciò che voglio fare all'università, ma comunque ho scelto la mia facoltà e mi piace. Il problema si pone ai primi esami del primo anno: ho cominciato a provare la stessa ansia che avevo provato anni prima. Finita la prima sessione di esami tutti i sintomi e le crisi di pianto sono sparite. Ora che devo iniziare il secondo anno ho tantissima ansia se penso agli esami che dovrò dare. Il mio problema è che quando sono ansiosa non riesco a studiare. Mi vengono spesso crisi di pianto e questo rallenta il mio percorso. Non so come fare perché non voglio tornare a stare male come stavo prima. Ora mi sento come sull'orlo di un periodo depressivo : non esco, mi trascuro e comincio a chiudermi in me stessa. Non ho il coraggio di dirlo a nessuno, neanche ai miei genitori perché so di averli fatti preoccupare tanto e non voglio stressarli ma non voglio neanche deluderli non riuscendo a studiare. Cosa posso fare?
Gentile Francesca,
da queste poche righe si intravede e percepisce fortemente il momento di frustrazione e pesantezza personale. Non si giudichi perchè non se lo merita.
Nelle ultime righe, invece, termina proteggendo i suoi genitori. E' vero che loro soffrono nel vederla o sapere che non sta bene però è anche vero che lei sta usando una importante risorsa personale: aver capito che è un periodo così intenso da voler chiedere aiuto per se stessa.
Cosa rappresenta per lei un esame? I suoi genitori fanno pressione sui voti o sulle tempistiche universitarie? Lei accetta voti anche più bassi o "normali" o solo voti sopra il 28?
Le consiglio di valutare un breve percorso di psicoterapia per osservare la causa scatenante di questa ansia, per cercare di trovare nuove strategie e per tornare a vivere serenamente ed a 360° la sua vita.
Resto a disposizione per informazioni, richieste aggiuntive, eventuale consulenza online o se volesse rispondere in privato alle domande poste.
Cordialmente
Dr.ssa Federica Ciocca
Ricevo a: Torino, Collegno e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino