Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Perché sono emozionalmente povero e non riesco ad entrare in contatto con gli altri?
Salve, vorrei porre una domanda che mi turba da un paio di mesi: ultimamente sto riflettendo molto su me stesso, in particolare su ciò che provo, e mi sto rendendo conto che non riesco a coinvolgermi emotivamente in nulla, o meglio, ci riesco ma molto difficilmente. La mia vita è caratterizzata da una povertà emozionale, infatti tutti i giorni mi occupo di poche attività, come: leggere, guardare film, studiare e giocare ai videogames; ma ogni volta che faccio tutte queste attività non riesco mai ad appassionarmi veramente, e come se le facessi solo per svago momentaneo e per dovere, non riesco a provare quella passione(inteso come stato dello spirito) nella vita che mi faccia battere forte il cuore. Ogni volta che devo fare qualcosa ho sempre bisogno di programmarla in testa, e quando faccio l'attività riesco a provare solo un senso di intrattenimento, anziché un vero proprio interesse, nel senso che non riesco a desiderare di voler approfondire ulteriormente l'attività che sto svolgendo. Il mio problema emozionale non si limita unicamente alle attività solitarie(se così si può dire), ma anche nelle relazioni sociali: infatti nelle relazioni sociali faccio veramente schifo, ho la voce piatta e bassa così come il mio umore(difficilmente ho sbalzi di umore), le mie espressioni facciali sono povere(del tipo qualcuno fa una battuta e io non rido, oppure faccio un sorriso con una risata un po' forzata). Nella mia vita ho avuto pochissimi amici, amicizie perlopiù superficiali, limitate unicamente in un ambiente scolastico. Al momento ho pochissimi amici, con cui mi incontro solo a scuola, e non ho nessuna fidanzata (e non ne ho mai avute). In generale, i miei rapporti umani sono sempre stati superficiali, caratterizzati sempre da un distacco emotivo, salvo con i miei familiari. Se devo essere sincero, non mi sono mai sentito in contatto quasi con nessuno nella mia vita, mi sono sempre sentito lontano dagli altri, come se loro non potessero mai comprendermi così come io non potrei fare altrettanto. Sono sempre stato una persona chiusa e distante nella vita, molto difficilmente mi apro e rivelo cose su di me, anche quello che faccio quotidianamente non lo rivelò così facilmente agli altri. Vorrei sapere una opinione di un esperto in merito al mio problema, cosicché io possa individuare il problema e agire di conseguenza.
Gentile Fabrizio,
da come scrive potrebbe essere dovuto al suo temperamento essere maggiormente chiuso e riservato ma magari anche dettato dalla paura del giudizio o dal sentirsi inferiore o non capace.
Seppure sia stato molto introspettivo non è facile dare una definizione o una spiegazione. Ritengo inoltre che spesso e volentieri non sia uno psicologo che debba dire ma solo accompagnare la persona verso la sua risposta. Non penso però che sia una mancanza ma solo un provare in una nuova modalità a mettersi in gioco.
Legge molto bene le sue espressioni o i comportamenti degli altri. Cosa succede in lei quando è in compagnia? Cosa le piace o non le piace di questa situazione?
Le consiglio di valutare un breve percorso di psicoterapia individuale per trovare le sue risposte, nuove risorse interne o "spolverare" ciò che lei già ha e così pian piano ripartire più forte di prima. Gli incontri sono coperti da segreto professionale e senza giudizio.
Resto disponibile per informazioni, richieste aggiuntive, eventuale consulenza o se volesse rispondere in privato alle domande poste.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino