Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista
Attacchi d’ansia e depressione
Buongiorno a tutti, mi chiamo Alessio, ho 22 anni e da gennaio 2020, data nella quale ho sperimentato il mio primo attacco di panico la mia vita è cambiata, nell’adolescenza ho avuto problemi con i miei genitori, da quando avevo circa 14 anni, il rapporto con i miei è andato sempre più a deteriorarsi. Premetto, quello che voglio raccontare riguardo ai miei genitori è la mia visione soggettiva dei fatti, potrei anche sbagliarmi e aver vissuto comportamenti eccellenti reagendo male e interpretandoli male io. Sono cresciuto vedendo mia madre prendere sempre ansiolitici e antidepressivi, perdere lavori per colpa sua o per fallimenti di aziende, mio padre da quando sono stato bocciato in prima superiore (le ho iniziate un anno in anticipo) ha iniziato a screditarmi, dandomi del fallito, ogni anno sempre di più, continuando a pensare che non avrei mai combinato niente, le mie emozioni alle sue parole si sono evolute, prima profonda delusione e successivamente rabbia. Allo stesso tempo i miei genitori litigavano costantemente tra di loro e dopo un breve tentativo di terapia di coppia nel 2016 (durato un mese, e a detta di mio padre interrotto da mia madre perché non gli interessava) nel quale la terapeuta ha voluto conoscere anche me, si sono separati. Sono rimasto a vivere con mia madre, lei era distrutta, scappava di casa, fumava in continuo, piangeva, prendeva di tutto (all’epoca non sapevo cosa fossero quei farmaci ma avevo capito che riguardavano la sfera mentale), la mia reazione? Rabbia nei suoi confronti e disprezzo (mi vengono le lacrime solo a pensare a determinati ricordi e pensieri che avevo/ho su di lei, me ne vergogno), in quell’anno ho sempre fatto il possibile per stare più tempo possibile fuori casa, il mio gruppo di amici, più benestanti andavano a cena fuori e spesso in discoteca, mia madre la maggior parte dei soldi che otteneva da lavoretti, mantenimento e parenti me li dava per stare con i miei amici e farmi allenare ma ovviamente non bastavano e ho iniziato a frequentare ragazzi più simili a me come situazione. L’unica cosa buona che ricordo di essere riuscito a fare per mia madre è stata tramite i genitori della fidanzatina dell’epoca trovarle un lavoro stagionale (nel quale veniva sfruttata ma almeno lavorava). (Per mesi mi domandai se mollare la scuola e andare a lavorare, ma alla fine non lo feci) Nel frattempo i rapporti con mio padre, cambiarono, lui cambiò con me, mi cercava, mi invitava a cena, mi regalava qualche soldino (cosa che non ha mai fatto) e in pochi mesi trovò altre compagne, mia madre quando lo scoprì perse la testa sempre di più, tanto che nel 2017, quindi dopo un anno ,non so se per me, per mia madre, o perché mio padre aveva finito gli svaghi, tornarono assieme e quindi mio padre tornò in casa. Non lo accettai, la mia rabbia passò nei suoi confronti ed era continua, nel tempo della separazione frequentai sport di combattimento, crebbe la sicurezza in me, sapevo che fisicamente potevo sopraffarlo e quindi quotidianamente ci ritrovavamo sull’orlo del metterci le mani addosso, cosa che fortunatamente, non so con quale forza di volontà, alla fine non feci mai. Nel frattempo conobbi una ragazza, ci fidanzammo e con il tempo queste emozioni si calmarono (ma presenti ancora oggi).
Dal 2017 al 2020 mi costruì una “corazza” di sicurezza, secondo me finta, nella quale mi rifugiai, allenandomi, superando la mia paura dell’altezza brevettandomi da paracadutista, ottenendo risultati scolastici eccellenti in quanto riconosco di avere una capacità di apprendimento notevole, anni di volontariato nella croce rossa prendendo tutti i brevetti possibili, insomma un riscatto personale in tutto, ma tra tutte queste belle cose che mi gonfiarono l’ego c’è ne fu una che non capisco, aver ferito ripetutamente e continuamente la mia ragazza di quegli anni, tradendola in continuo, cosciente del fatto che me le perdonava tutte perché anche lei purtroppo, aveva la sua storia triste e vedeva in me una fuga da casa. Dopo tre anni di pura sofferenza e cure, a gennaio 2020 questa ragazza trovò la forza di lasciarmi e trovarsi un altro (cosa più giusta che potesse fare e ad oggi le auguro tutto il bene che la vita possa offrirle). Ecco in quel momento il mio castello crollò. Mi venne un attacco di panico che si trasformò in un ansia costante, invalidante, un senso di colpa esagerato, mi diedero degli ansiolitici in pronto soccorso perché mi ci feci portare in quanto pensavo che stessi mordendo; quando piano piano dopo un mese i sintomi si affievolirono smisi, ma arrivò il lockdown e nel frattempo la maturità. Inutile a dire che la mia ansia tornò più forte di prima a tal punto che non mi alzavo più dal letto. Non sto a dilungarmi ulteriormente riguardo alla cura che una psichiatra alla quale disperato mi rivolsi telefonicamente mi prescrisse scoprendo successivamente che fu sbagliata (a detta di un altra psichiatra alla quale mi rivolsi un anno dopo) la smisi dopo una settimana perché ero peggiorato, a quel punto arrivò un caro amico a salvarmi, mi portò a casa sua e restai con lui dei mesi, non volevo vedere i miei genitori, sempre con l’aiuto degli ansiolitici riuscì non so come a diplomarmi con il massimo dei voti, e piano piano tornai a vivere un po’ meglio, passò l’estate e i miei sintomi a settembre peggiorarono ulteriormente fino a che non mi rivolsi a un’altra psichiatra che mi prescrisse un’antidepressivo e piano piano mi ripresi, mi curò i sintomi ma le cause non le ho mai affrontate veramente, smisi due mesi fa la cura di mia spontanea volontà e piano piano tornarono i sintomi, stavolta però non ho perso tempo e da 5 giorni ho iniziato un altra cura di un altro psichiatra sperando che i miei sintomi ri scompaiano, ma stavolta sono deciso ad andare a fondo, voglio riprendere in mano la mia vita una volta per tutte, ricominciando da capo, ma andando in fondo al mio passato per costruirmi la vita che desidero.
Dopo questa pappardella infernale che, capisco chi non voglia leggerlo, ma se qualcuno di voi professionisti avrà la pazienza di farlo, vi chiedo, che tipo di percorso terapeutico devo intraprendere? Non so più da che parte girarmi e penso che questa sia la mia ultima possibilità di condurre una vita serena. Grazie a chiunque avrà la pazienza anche solo di leggere una parte di questa lagna.
Gentile Alessio,
non si deve scusare per la lunghezza del messaggio perchè la sua storia di vita, ma come quella di tutti, è sempre molto "lunga" e intrisa di maggiori aspetti. Sono anche sicura che lei non abbia ancora potuto nemmeno raccontare un quarto della sua vita anche se già è riuscito a esplicitare nel dettaglio alcuni aspetti.
Da come scrive inoltre si osservano subito importanti livelli di resilienza personali: capacità di superare le difficoltà.
Le consiglio di valutare come già ha fatto un percorso eventuale farmacologico con uno psichiatra ma anche un percorso di psicoterapia individuale, magari di tipo cognitivo comportamentale, dove essere ascoltato, accolto e accompagnato verso una sua conoscenza personale maggiore, dove cercare insieme a un professionista la causa scatenante, alcune tecniche da utilizzare nei momenti difficoltosi e così con una maggiore consapevolezza cercare di tornare a vivere la sua vita a 360°.
Le linko degli articoli scritti da me sperando di far cosa gradita:
-https://www.psicoterapiacioccatorino.it/attacco-di-panico/
-https://www.psicoterapiacioccatorino.it/quando-richiedere-una-consulenza-psicologica/
Resto disponibile per informazioni, domande aggiuntive e/o eventuale consulenza
Le auguro di trovare presto una soluzione al suo problema.
Cordialmente
Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologa e psicoterapeuta
Ricevo a Torino, provincia e online
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-costruttivista - Torino