Dott.ssa Federica Ferrari

Dott.ssa Federica Ferrari

Psicologo, Psicoterapeuta

Ho 34 anni e soffro di ansia

Salve sono Cristina ho 34 anni e soffro di ansia. Ho avuto una madre abbastanza assente..e succube di mio padre, e un padre padrone fin troppo ingiusto. Incomprensioni..indifferenza..e mancanza di amore e attenzioni hanno caratterizzato l'inizio della mia vita...almeno fino ai 18 anni.. A 27 anni ho iniziato a sentirmi spesso male..inadeguata..incapace di relazionarmi cogli altri..e totalmente priva di autostima. Un giorno..ho preso una lametta e mi sono tagliata le gambe..li sono poi andata dallo psicologo. 2 anni di terapia cognitivo-comportamentale per disturbo depressivo ansioso. Sono stata bene per un annetto... ma ora sto male di nuovo. Al momento ho tanta paura di fare le cose... sono ferma..esco pochissimo..casa e lavoro. Ogni proposta di andare in posti mi suscita un'ansia terribile..vivo malissimo. Mi privo di tantissime cose che vorrei..per paura di stare male e avere panico . Dico ok..torno a parlare con la mia psicologa..su skype perchè lei nel frattempo è andata a vivere in America. Lei non fa altro che dirmi che per me ha fatto tutto il possibile..e che io ho tutti gli strumenti x stare bene..solo che non li uso. Mi sento doppiamente male xkè da un altro che non conosco non vorrei andare..vorrei ritrovare la motivazione x vincere questa cosa da sola a questo punto..ma non ci riesco. Sono ferma e bloccata. Vorrei non aver più paura della mia paura..smetterla..e iniziare a vivere.. datemi un consiglio...grazie

Cristina, della sua mail mi colpiscono molti aspetti. Primo fra tutti la "paura della paura", è un circolo vizioso nel quale si cade facilmente quando si soffre di ansia, quando lo spazio vitale sembra restringersi sempre più. Ma mi colpisce anche, a proposito di vitale, il suo desiderio di iniziare a vivere, come lo definisce lei. Solo il contatto profondo con questa spinta, e allo stesso tempo con il dolore, può essere il carburante per muoversi nel mondo superando i confini che ci siamo imposti per proteggerci. Il mondo può essere percepito molto rischioso, ma solo cogliendo la meravigliosa avventura nascosta in tutte le piccole attività del quotidiano che la vita assume sapori nuovi con un senso speciale per ciascuno di noi. Non ho consigli da darle, non è questo il mio lavoro. Capisco la fatica di ricominciare un percorso, e sono convinta che lei possieda le risorse per superare le difficoltà, lo testimonia la consapevolezza che mostra nel descrivere la sua sofferenza. Temo però che sia lei a non ravvisare dentro di sè queste sue potenzialità, e alla paura della paura può sommarsi il giudizio su di sè. Mi pare di intuire che abbia sempre dovuto contare soprattutto su sè stessa, o che almeno questo sia stato il suo vissuto.Con forse solo un'eccezione, mi incuriosisce più ciò che non dice nella sua lettera, come si è sentita dai 18 ai 27 anni? C'è stata qualche risorsa esterna diversa che ha sentito di supporto?. Le auguro di riuscire a riportare alla luce la sua forza vitale e di trovare appoggi esterni che possano aiutarla nel suo percorso