Sono sola ad affrontare la dipendenza del mio compagno
Salve, mi rivolgo a voi in quanto specialisti nel settore sperando di riuscire a venirne a capo. Ho 28 anni, da due anni convivo con il mio compagno di 35. Viviamo in un paesino e come si può immaginare a volte le voci girano e il più delle volte sono ingigantite, ma non infondate, quando ci siamo frequentati io ho esplicitamente chiesto a lui se facesse uso di cocaina molto frequente come avevo sentito e la risposta è stata ovviamente "solo nelle occasioni con gli amici". Riassumendo ci sono cascata, ad oggi, con prove certe, ho scoperto che la situazione è proprio come si diceva saltuaria, ma costante ne ho parlato con sua madre e la non accettazione è stata la conseguenza. Non ho nessuno che può aiutarmi e ora soffro di ansie che controllo con lo xanax. Mi sono accorta che per la rabbia che provo non sono un aiuto efficiente e devo farmi da parte lasciando spazio a voi. Ad oggi dice di voler aiuto xké fino ad ora non la reputava una cosa grave. Il fatto che lui la prendesse come un "passatempo" invece io lo vedo ancora più grave. Qual è la strada che devo intraprendere?
Convincerlo ad andare al SerD, per impostare un opportuno programma di disassuefazione, valutando il suo grado di dipendenza; di solito fanno gruppi, colloqui di supporto, analisi di controllo delle urine o del capello. Il tutto magari accompagnato da una psicoterapia individuale, che comunque da sola non basta. Extrema ratio potrebbe essere un percorso in una comunità; alcune per la cocaina e l'alcol fanno percorsi brevi, sui sei mesi.