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Perché i miei bambini non vogliono stare con la loro mamma?

Sono una mamma separata con due figli piccoli, di 6 anni (quasi) e di 3 anni e mezzo.

Sono stata prevalentemente io a prendere la decisione di andare via, ho comprato casa a 10 km da quella paterna, per cercare di non destabilizzare troppo i bambini. Frequentano asilo e scuola sempre nel paese in cui vive il papà, al quale sono morbosamente legati (anche prima della separazione,soprattutto il figlio di 6 anni).
Frequentano più che assiduamente il suo ambiente lavorativo e familiare (lavoro sotto, casa della nonna sopra). Hanno sempre prediletto quegli spazi, in cui giocano tanto e si divertono. Io cerco sempre di coinvolgerli e proporgli alternative (parchi, giochi vari) ma loro vogliono sempre andare li, perché si trovano bene. La mia famiglia vive al sud, quindi io sono completamente sola.

Tuttavia, ho accettato sempre che loro giocassero e "quasi" vivessero tra la casa della nonna e quella nostra (prima della separazione). Il problema è che da dopo la separazione vogliono stare a casa col papà (che è premuroso e attento) e non vogliono venire a casa mia, né di giorno né tanto meno a dormire alcuni giorni a settimana. Sono distrutta dal dolore e non so più cosa fare. Mi sento una non mamma, ma non per mia volontà, perché ce la metto tutta..dolce, amorevole e autorevole, quando necessario.

Sto soffrendo da matti, non mangio più e mi sveglio di notte e piango disperata e mi chiedo perché. Vi prego aiutatemi...fatemi capire dove sbaglio o cosa devo fare per riavere i miei bambini..Cosa devo fare..

Gentilissima Giovanna
la situazione non è semplice ed è assolutamente normale che susciti emozioni differenti e che, come lei stessa esprime, variano dalla paura, alla tristezza al senso di colpa.
Il fatto che i suoi bambini vogliano stare col papà non è necessariamente sinonimo del fatto che non vogliano stare con lei, potrebbe semplicemente essere dovuto al fatto che quella è la casa in cui sono cresciuti e in cui si sento sicuri, la casa che riconoscono come “la propria casa”.
Posso consigliarle di cercare un terapeuta che la aiuti a superare e migliorare la situazione e che possa in qualche modo mediare le relazioni interne alla sua famiglia.
A presto

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