Non saper disegnare può essere sintomo di incapacità emotiva?
Buonasera,
sono la mamma di un bambino di 4 anni che non ama disegnare ed ha difficoltà a prendere bene la matita, afferrandola, ad esempio, come fosse un bastoncino di legno con cui suonare.
Quando gli propongo carta e colori o acquerelli mi chiede di disegnare io al posto suo e quando lo fa realizza solo qualche linea o arco scegliendo solo un colore.
È un bambino molto attivo, curioso e decisamente movimentato. Incredibilmente bravo con i Lego ed ama molto i libri riuscendo a leggere in autonomia molte parole quando è particolarmente interessato alla storia. Inoltre ama fare i puzzle che completa rapidamente e senza troppe difficoltà e giocare con il dido, anche se richiede sempre la presenza mia o del padre, gestendo con ansia e difficoltà i momenti di solitudine.
Ho letto che la difficoltà o reticenza a disegnare potrebbe essere legata alla difficoltà di esprimere le proprie emozioni, ed è proprio per questo che vi scrivo.
Nonostante possegga un linguaggio molto forbito per la sua età, morde, e spessissimo non lo fa quando è arrabbiato o contrariato, ma il più delle volte quando è imbarazzato o particolarmente eccitato e felice. Spesso mi dice che i suoi morsi per me sono morsi d'amore, ma ovviamente quando morde i suoi compagni si crea il problema, perché i morsi posso essere forti.
Al contrario quando è arrabbiato tende a dare colpi, solitamente agli oggetti, dicendo di voler rompere le cose o di volersi fare male.
Io, totalmente incompetente, tento di aiutarlo al massimo del mio minimo, ma mi rendo conto che ci sia molto che lui non riesca ad esprimere e vorrei al contrario poterlo aiutare capendo quale possa essere la strada migliore.
Grazie
Gentile Signora, come diceva Françoise Dolto (psicoanalista francese che durante la sua vita si è dedicata molto alla “causa dei bambini”) quando un bambino disegna, nel disegno c’è sempre sé stesso, o perlomeno un aspetto del sé corporeo. Lei evidenzia che suo figlio di 4 anni quando disegna lo fa realizzando solo qualche linea o arco, scegliendo solo un colore, e che richiede sempre la sua presenza o quella di suo marito. Ipotizzo che l’identità di suo figlio sia ancora in una fase di “confusività” psichica tra lui e l’altro. Ed è proprio perché non gli è possibile “separarsi” psicologicamente, che ha scoppi di rabbia che rivolge sia verso gli oggetti sia verso sé stesso. Comunque la domanda che lei si pone: come posso aiutarlo? È molto importante, ma per poterlo aiutare occorrerebbe rivolgersi ad un “altro”, un terzo, che possa effettuare un ascolto delle dinamiche che intercorrono tra lei, suo figlio e suo marito. Potrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta/psicanalista per degli “ascolti psicologici” sia in presenza sia online. Dr.ssa Franca Brenna - referente per Milano dell'Associazione F. Dolto - Casa Verde. (psicologa/psicoterapeuta - psicanalista
psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista - Milano