Cara Simona, credo sia molto importante dare valore alle sensazioni forti che sta provando in questo momento e in particolar modo alla sua Paura. La paura che sente non passerà fingendo che non ci sia, o arrivando a colpevolizzarsi per averla forse provocata, o immaginando strategie (come nascondergli cose che potrebbero farlo arrabbiare), che hanno invece l’effetto di alimentare ancora di più questo circolo vizioso nel quale vi siete incastrati. Quello che mi chiedo e che mi sorprende è come mai una ragazza giovane come lei, che dovrebbe viversi la spensieratezza di una storia d’amore, accetta, invece, di essere trattata in questo modo, mettendo da parte la sua dignità di donna e facendosi offendere in modo così “aggressivo”. L’amore, la passione, la gelosia, niente di tutto questo giustifica un maltrattamento seppure finora solo “verbale”. Dico finora, perché come lei stessa bene immagina, l’idea è che il suo “fidanzato”, non bene in grado di Controllare i suoi Impulsi e la sua rabbia, potrebbe arrivare a sfogarla su di lei passando da una violenza verbale ad una fisica. La sua paura, Simona, è reale e lei ha il dovere nei confronti di se stessa di accoglierla e farsene carico, non cercando di cambiare lui, convincendolo a fidarsi di lei, perché non ha il potere di fargli passare le sue “paranoie”, se non consigliandogli un aiuto psicoterapico. Quello che, invece, può e credo debba fare, è chiedersi se è questo che vuole realmente per sé: un uomo da temere, che le ripropone, tra l’atro, come sembra aver già sperimentato nella sua famiglia, l’idea che i litigi e la rabbia siano distruttivi più che un modo per confrontarsi. Se sente di non riuscire da sola non esiti a rivolgersi a qualche collega che possa aiutarla in questo difficile processo di ricerca di una sana consapevolezza di sé e della sua relazione. Saluti