Buongiorno gentile utente, mi colpisce la sua affermazione finale: perché pensa che andare in cura ora “sia troppo tardi ormai?”. Dal suo racconto mi sembra di capire che forse proprio questo è il momento giusto. Finalmente sta sperimentando una situazione diversa da tutte le precedenti, nelle quali lei aveva l’illusione di controllare la relazione e l’altro, proprio perché impegnato e quindi non realmente disposto a legarsi affettivamente con lei. Ora, si trova ad affrontare una situazione completamente nuova, nella quale neppure le sue abituali strategie di difesa, come la fuga, le offese, sortiscono l’effetto che desidera …. C’è da chiedersi se è davvero quello che desidera? Una parte di lei esprime la voglia di fermarsi e vivere questa storia che sembra avere delle premesse importanti, perché a questa partedi sè sente di non dover dare voce? Comprendo che il disagio legato anche ai sintomi di ansia, irritabilità, insonnia la spingano a desiderare che tutto finisca presto, ma in questo modo l’unica parte di lei che continuerà a prevalere e a fare la voce grossa sarà la paura. Credo che in questo momento si trovi di fronte ad un bivio: da un lato c’è la vecchia strada quella che ha percorso finora e di cui conosce sia i vantaggi (non legarsi mai, difendersi dalla paura di soffrire..), sia gli svantaggi (accontentarsi di uomini impegnati e rinunciare ad avere una famiglia tutta sua). Dall’altra c’è una strada nuova, che fa paura proprio per questo, e che potrebbe, forse, consentirle di affrontare quei fantasmi che condizionano ancora così tanto la sua vita, dandole finalmente il controllo su di sé più che sugli uomini. A lei la scelta. Spero che sia coraggiosa!