Tornata a vivere in un ambiente familiare dannoso
Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni e, dopo il liceo, ho passato 7 anni in un'altra città, per studio e lavoro. Due mesi fa ho dovuto prendere la decisione di tornare a stare dai miei per un po', perché ho ripreso a studiare per intraprendere un nuovo percorso lavorativo purtroppo molto lungo, ma che ho sempre desiderato.
Nei 7 anni fuori, mi sono costruita un modo di vivere fondato sulla costante ricerca del mio Io, di ciò che mi fa stare bene, dell'organizzazione dei miei ritmi e dei miei spazi, che prima di trasferirmi mi mancava totalmente, essendo sempre assoggettata al modo di vivere/pensare dei miei genitori, che sono sempre stati piuttosto oppressivi durante la mia crescita, sostituendosi spesso a me nelle scelte, e che non riescono a concepire un modo di pensare diverso dal loro.
Tornando a casa mi sento costretta a riadattarmi al mio status di adolescente. Ho rinunciato a tutte le piccole abitudini che mi facevano felice e devo dare costantemente spiegazioni per quello che dico/faccio (premetto che non faccio davvero niente di strano, sto anche uscendo pochissimo e cerco di concentrarmi solo sui miei impegni) e non vengo mai considerata anche una donna ma solo una figlia. Il rapporto peggiore è quello con mia madre, che è sempre in casa perché non lavora più.
Mi sento i suoi occhi puntati addosso come riflettori qualunque cosa io faccia, mi tratta proprio come se avessi 12 anni, risponde al posto mio a domande di altri e spesso discutiamo per le cose più inutili. La cosa peggiore è che ho davvero ripreso a comportarmi come facevo prima: mi prende un pianto incontrollabile ogni volta che devo dirle qualcosa che non mi sta bene, perdendo ovviamente tutta la mia credibilità, che è un comportamento che per anni ho cercato di controllare e debellare.
Io capisco benissimo la sua condizione, sono anche l'unica figlia, sono stata lontana per tanto tempo e ora sono di nuovo con lei e paradossalmente mi sentirei anche in grado di farle da sostegno nell'affrontare psicologicamente quello che lei sta passando tra disoccupazione, demenza senile della nonna e continui battibecchi con papà (che sembra sia capace di contagiare tutti con la sua positività tranne la mamma), ma ogni volta che provo a parlarle lei non mi ascolta, si comporta come se non volesse aprirsi con me, come se volesse lei stessa convincersi che io sono solo una figlia, che c'è una gerarchia tra noi e tenta spesso di sminuirmi o fa finta di non ascoltarmi, quindi io poi mi innervosisco e spesso vado via sbattendo la porta (per poi pentirmene dopo 1 minuto).
Ho bisogno di un consiglio reale per riuscire a rendere questa convivenza temporanea meno pesante e meno tossica per me.
Non voglio rinunciare a tutto quello che mi sono costruita in questi anni, alla forza che mi sono riscoperta affrontando le mie sfide, alle scelte che ho fatto. Questo tempo doveva servire per continuare a costruire e perseguire i miei obiettivi e ora più che mai ho bisogno di tutta me stessa per affrontarlo, ma tornando a vivere dei miei STA CROLLANDO TUTTO, ho paura di perdere tutte le mie conquiste, mi sento incapace di qualsiasi cosa ormai, ho ricominciato a mettere in dubbio le mie capacità, le mie aspirazioni, sono sempre stanca e costantemente in ansia per tutto.
Ho una grande voglia di scappare, ma non posso permetterlo ora e in più ho paura che lasciando aperta questa situazione, mi si potrà ripresentare una volta ricostruita finalmente una stabilità.
Salve Chiara,
percepisco il disagio ed il forte senso di frustrazione dalle tue parole. Nella vita ci sono sfide, piccoli/grandi ostacoli da superare e, anche se non otteniamo al 100% quello che desideriamo, comunque sono momenti di apprendimento e di crescita per noi. Solo chi rimane fermo e inerme, non si concederà mai la possibilità di cambiare ed evolversi :) Detto questo, immagina quello che hai costruito, le difficoltà che hai superato andandotene via di casa e ricominciare da te....Da capo. Non è stato facile, suppongo, ma ci sei riuscita e sicuramente non è altrettanto semplice la situazione attuale ma con molta probabilità (facendo leva sulla stessa determinazione e motivazione), riuscirai anche in questo. Come puoi immaginare, cambiare qualcun'altro non è possibile, quello che invece è possibile è iniziare a modificare da parte nostra modalità, contenuti di quello che vogliamo comunicare agli altri. Tua madre, che già vive una situazione familiare complessa, potrebbe anche non essere pronta a vederti improvvisamente come una donna, dal momento che ti ha "lasciata" in senso figurato, nelle vesti di un'adolescente appena diplomata. Questo non significa che, con il tuo comportamento da persona responsabile e assertiva, piano piano non lo percepisca e, di conseguenza, non si dimostri diversa anche lei nei tuoi riguardi. Infine, potrebbe anche aprirsi un pò e permetterti di aiutarla come 1 altro adulto può fare. Accogliere l'altro è spesso un passo importante per far si che anche l'altro possa aprire uno spiraglio verso di noi. Sei probabilmente la parte più "forte e proattiva", per le tue esperienze di vita, per iniziare ad apportare un cambiamento nella relazione con lei.
Rimango disponibile per dubbi o domande.
Un saluto!