Come posso aiutare mia figlia ad uscire dal guscio?
Buongiorno, sono la mamma di una bimba di 3 anni e mezzo che ha frequentato 2 anni il nido (mezza giornata) e ora la scuola materna (sempre mezza giornata). La mattina la porto io, alle 13 vado sempre a prenderla io e la lascio dai nonni materni, da sempre. A partire dal nido ha sempre pianto la mattina dicendo di non voler andare, chiedendomi di “parlare“ con me (penso per rimandare il più possibile l'entrata a scuola) e tuttora richiede la chiacchierata nella quale lei ascolta e io improvviso: a volte parlando di altro, a volte chiedendo il motivo di questi pianti disperati, mi risponde un giorno che c'è l'assistente che non le piace (frequenta il pre scuola), ma anche quando è presente subito la sua insegnante fa lo stesso queste scene. Dice che non le piace mettersi in cerchio a cantare con gli altri bambini perchè urlano e vorrebbe rimanere in piedi come le maestre. Ha legato con un'amichetta, ma la mattina la rifiuta perchè è letteralmente in crisi. Alle 13 quando vado a prenderla invece è tranquilla, salta e sembra contenta, poi dai nonni non vuole i cuginetti e nuovamente si agita e piange. Ma mangia e dorme quindi spero non sia nulla di grave! E' sempre stata timida e chiusa, esce dal guscio solo in presenza di pochi bimbi e quando questi ultimi la coinvolgono direttamente. Durante l'inserimento di quest'anno alla scuola materna sembrava andasse tutto bene, poi da circa 10 giorni è cambiato qualcosa, ma le insegnanti mi dicono che non è successo nulla. Vorrei sapere se, alla luce di quanto descritto, io e mio marito dovremmo approfondire la situazione, non sappiamo più come aiutarla ad uscire dal guscio. Grazie per l'attenzione, Cordiali saluti
Buongiorno Stefania
forse la sua bambina non ha ancora gli strumenti per "uscire dal guscio", forse bisognerà solo pazientare e non spingerla troppo fuori se, come dice lei, è di natura timida e chiusa. Mentre per altri bambini meno ansiosi, un passaggio così delicato come quello dalla famiglia alla scolarità può avvenire in modo meno traumatico, per altri con queste caratteristiche, può risultare particolarmente faticoso. In ogni caso, ogni singola situazione va valutata con cura e attenzione, per cui ha avuto senz'altro una buona idea a rivolgersi a degli specialisti. Le consiglierei di contattare uno psicoterapeuta della sua zona, magari facendosi consigliare da conoscenti che hanno avuto esperienze positive e fare al più presto un colloquio insieme a suo marito per spiegare nel dettaglio la problematica e trovare una soluzione. Se necessita di altri chiarimenti, mi può contattare con l'apposito pannello. Intanto le faccio molti auguri