MALATA DEVE CURARE MALATO
Buonasera,
ho un disperato bisogno di un consiglio per salvare il mio matrimonio. Io soffro da circa due anni di depressione, per vari trasferimenti non ho mai iniziato una analisi mirata, cosa che incomincerò appena mi stabilizzerò in un posto fisso dove vivere. La mia vita è una lotta continua con me stessa, cerco di dare un senso alle mie giornate creandomi dei paletti fissi come alzarsi, mangiare, andare a lavoro ecc... questo mi aiuta a non pensare perchè appena mi fermo i pensieri prendono il sopravvento e la voglia di farla finita è veramente tanta, l'unica cosa che mi spinge a non fare questo passo è l'amore smisurato che nutro per mio marito ed il dolore che la mia dipartita gli causerebbe. Lui fa un lavoro che lo porta ad affrontare in continuazione un pubblico ma il problema che si sta presentando sempre più insidioso è la sua ansia sociale, questa fobia lo spinge ad odiare il suo mestiere e azzera la sua stima. Lo vedo spegnersi ogni giorno di più, demotivato e senza progetti per il futuro. Non so se sia anche mia la colpa, non so come reagire, cerco di spronarlo e di dargli sostegno mentre io mi sento sempre andare un filino più giù ogni giorno, fingendo sorrisi e nascondendo litri di lacrime. Ho pensato anche di lasciarlo per dargli la possibilità di trovare una persona migliore di me che possa aiutarlo veramente. Io sono disposta a fare di tutto per lui, il problema è che non so come sia meglio agire nell'immediato visto che tra circa un mese e mezzo ha una prova estremamente importante d'affrontare e si è già dato per vinto. Vi chiedo aiuto.
Gentile Franca,
comprendo lo stato di estrema difficoltà in cui si trova.
Sicuramente sia lei, sia suo marito, potreste giovarvi, per ragioni diverse, di un aiuto psicologico, anche se forse non con lo stesso grado di consapevolezza. Nell'immediato, per suo marito, mi sembra possa solo consigliare una valutazione psicologica e un eventuale supporto farmacologico per affrontare la prova di cui parla.
Mi permetto di suggerire di intraprendere quanto prima un percorso per sé, a meno che il trasferimento non sia imminente. Al giorno d'oggi molte terapie iniziano in presenza e possono anche proseguire online, con sedute in studio solo periodiche. Quando il grado di sofferenza è come quello che ci ha descritto, non sembra proprio opportuno aspettare. In alcuni casi, inoltre, se non fosse possibile proseguire un percorso con il medesimo terapeuta, si può sempre fare un passaggio con un professionista fidato, conosciuto dalla persona che farà la prima consultazione.
Molti auguri