Ricaduta sintomi Attacchi di Panico e ossessioni
Salve,
soffro di attacchi di panico, di alcune ossessioni (conto dei numeri, voglio avere il controllo di ciò che mi accade, applico rituali portafortuna/scaccia ansia) e depressione da quando ho 14 anni, in seguito a problemi scolastici (bullismo).
Sono in cura farmacologica prescrittami 7 anni fa dal mio ex-specialista che consiste in 2 pillole di sereupin al giorno e xanax gocce all'occorenza. Negli anni, tra alti e bassi, i miei sintomi sembravano molto attutiti, da qualche settimana a questa parte, però, sono tornate le crisi di panico, ieri sera ho avuto la crisi che ho definito "la peggiore della mia vita", durante la quale mi sono anche recato al pronto soccorso tanta la paura di morire.
In PC mi hanno tranquillizzato e consigliato di recarmi da uno psichiatra e seguire una psicoterapia. Adesso sono 2 giorni, ovvero da dopo la mia crisi, che in testa ho pensieri molto tristi, come se tutte le cose belle siano scomparse, che i farmaci che assumo abbiano perso efficacia, in particolare i pensieri che mi fanno più paura sono 2.
Il primo, ho paura di poter volere farmi del male, tengo a precisare che in vita mia NON mi sono mai fatto del male, nemmeno con una matita, anzi è proprio il terrore di immaginare quelle scene, di me che effettivamente mi ferisco, che mi genera ancora più paura, come se potessi trasformarmi, cambiare idea, impazzire e successivamente farmi del male, cosa che non voglio fare per nulla al mondo.
Il secondo che si è acceso dopo la crisi è l'apatia che mi sento addosso. Se prima trovavo relax, o semplicemente gioia nei miei hobby, come la musica, il cinema, i videogiochi, adesso non ho più voglia di fare nulla, neanche le cose che prima mi facevano stare bene. Spero che questi pensieri se ne vadano al più presto, magari perchè legati ancora alla forte paura che ho provato due giorni fa, e quindi il mio corpo non ha ancora scaricato tutta quell'ansia.
Ho prenotato una visita psichiatrica presso l'ASL della mia città (Palermo) per rivalutare il mio trattamento farmacologico ed in seguito iniziare una psicoterapia adatta a me. C'è da dire che in passato ho cambiato diversi psicologi, ma dopo 3-4 sedute ho abbandonato per mancanza di voglia nel proseguire il percorso, o per mancata fiducia nel dottore, ma durante quei periodi non avevo sperimentato questa grande paura provata 2 giorni fa, e questi sintomi pesanti.
La visita è prenotata per il 12 dicembre, ed il pensiero di dover aspettare ancora quasi un mese per iniziare a porre rimedio a ciò, mi fa stare male, arrivo a pensare di non farcela a vivere fino alla visita. Infine aggiungo anche di essere un soggetto abbastanza ipocondriaco, sto attento ai sintomi del mio corpo e se ho dubbi cerco online cosa possa essere (so che non dovrei farlo). Vorrei togliere dalla mia testa principalmente quei due pensieri di cui vi ho parlato prima, sono arrivato a pensare che siano i farmaci il problema, o che non mi facciano più effetto o che mi abbiano dato problemi al cervello, a come penso etc.
Gentile sig. Marco,
comprendo molto bene lo stato di disagio e di ansia in cui si trova e non posso che sostenerla nella sua decisione di aver preso appuntamento all'ASL. Ci sono alcune cose che vorrei dirle. L'esperienza degli attacchi di panico è tra le più brutte che si possano provare, ma anche un pretesto per iniziare un percorso psicoterapico. Le sue precedenti esperienze negative non la devono spaventare rispetto a quella che farà a dicembre. Ci tenevo a dirglielo, ci sono diversi fattori che predispongono ad una buona o cattiva alleanza tra terapeuta e paziente. Tra queste, anche la difficoltà ad affidarsi al terapeuta per il timore di mettersi in discussione. Nel suo caso, forse non era ancora pronto.
Sono convinta che un approccio multidisciplinare come quello psicoterapico e farmacologico avviato di pari passo, l'aiuterà a lasciarsi andare. Ciò che infatti emerge dalla sua richiesta di aiuto è la difficoltà a perdere il controllo su tutto: sui suoi pensieri (le ossessioni di cui parla, ovvero i pensieri di nocumento), sul suo corpo (ipocondria), sulla stima e l'autoefficacia (depressione e apatia). La tensione che si produce da un sovraeccitamento di tipo ansioso non fa che spostare su di sè la focalizzazione del suo stesso problema: io sono il problema perchè manifesto tutta una serie di sintomi.Tralasciando però tutto il contesto relazionale.
L'indirizzamento di tutta questa costellazione di sintomi fisici e psichici sembra far riferimento all'episodio di cui parla all'inizio, ovvero agli atti di bullismo subiti all'età di 14 anni. I bullizzati, infatti, tendono ad accusarsi come responsabili di ciò che subiscono (come solitamente le vittime di reati violenti). Probabilmente per tutto il materiale forse mai inespresso e quindi non elaborato intorno alla sua esperienza adolescenziale, lei continua a ritenersi responsabile ancora oggi e a rivolgere su di sè la colpa di ciò, somatizzandola e ideandola.
Spero che il mio intervento, come quello dei miei colleghi, l'aiuteranno ad attendere la data dell'appuntamento con meno angoscia e a riflettere su quello che ha ancora da dire.
Buona fortuna