Dott.ssa Francesca Pieia

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Dott.ssa Francesca Pieia

Psicologa, Psicoterapeuta

Non sono Orgogliosa delle mie figlie

Non sono orgogliosa delle mie figlie adolescenti (17anni) e nonostante trovi scritto dappertutto che sia giusto per la loro autostima dirglielo spesso, io mi sento di ingannarle, quindi glielo dico in certi momenti, vedi ad es. inizio anno scolastico, ma poi durante l’anno visto che non studiano come voglio io, le richiamo in continuazione con esempi del tipo ”ai miei tempi…” in sostanza un giorno glielo dico tipo se hanno una verifica per rassicurarle e poi mi tiro indietro, oppure se non hanno studiato gli dico che sì faranno diversamente la prossima volta ma intanto io non sono contenta di come si sono comportate. La verità è che io non sono orgogliosa di loro allora perché dovrei dirgli il contrario? Mi sembra dicendogli che sono orgogliosa di loro di accettare questi comportamenti sbagliati, del tipo un figlio ruba qualcosa, gli dico e gli spiego che ha sbagliato e poi l’indomani per rafforzare la sua autostima, devo dirgli che sono orgogliosa di lui? Oppure se dovessi scoprire che fumano, io non riesco a dirgli che sono orgogliosa di loro… io non sono orgogliosa, ecco perché non riesco a dirglielo eppure non sono cattive ragazze ma per me non basta per essere orgogliosi di loro. Scusi il papiro spero di essermi fatta capire' non voglio prenderle in giro se non sono orgogliosa di loro, è diverso dai genitori che invece lo sono e non lo dicono perché non hanno voglia o tempo. Grazie per l’attenzione.

Gent.ma Angela, la sua confusione è comprensibile in quanto applicare indicazioni genericamente corrette alla realtà delle relazioni familiari e alla complessità dei sentimenti non è automatico.

Le domande che si pone mi sembrano segno del suo desiderio di fare del proprio meglio, di informarsi su come fare il genitore e di essere di sostegno alle sue figlie e al tempo stesso sincera e onesta con loro, tutti fattori positivi. In questa direzione potrebbe rivolgersi ad un/a psicologa per una consulenza di sostegno alla genitorialità, che possa permetterle di pacificare le contraddizioni che rileva.

Nel frattempo avanzo qualche riflessione che spero possa contribuire all’osservazione. In età evolutiva la fiducia ed il sostegno dei genitori e degli adulti importanti per i piccoli sono effettivamente cruciali per alimentare la fiducia in se stessi. Fiducia e sostegno non sono necessariamente “essere orgogliosi”, però. Ad esempio si può essere orgogliosi quando i figli raggiungono un obiettivo apparentemente grande per la loro età o capacità, mentre si può avere e dimostrare fiducia e sostegno anche quando trasgrediscono o falliscono: possiamo avere fiducia che cresceranno e si impegneranno, possiamo fornire sostegno perché attraversano un momento di fragilità e spaesamento. Anche manifestare la contrarietà rispetto ad alcune azioni dei figli può essere un momento costruttivo, se non orientato ad umiliarli, ma invece rivolto a condividere i valori e offrire sostegno. Ad esempio nel caso del fumo non c’è motivo di mentire se questo la delude o la fa preoccupare per la loro salute. Determinante può essere la comunicazione sia dei motivi di preoccupazione (“Fumare fa male! Non voglio che tu corra rischi per la salute!”) insieme all’offerta di aiuto e ascolto interessato (“Che cosa ci trovi nel fumo?” “Non pensi anche tu che faccia male?”) Il dialogo potrebbe aprire spazi in cui coltivare una buona relazione con i figli, anche nei momenti di disaccordo, alimentando in loro la consapevolezza che i genitori hanno rispetto per loro, anche quando non sono d’accordo con gli specifici comportamenti.

Anche gli altri interrogativi che si pone sono spunti preziosi di riflessione per i genitori di adolescenti, non mi dilungo oltre ma le auguro di identificare uno spazio in cui esplorarli per chiarirli.

domande e risposte

Dott.ssaFrancesca Pieia

Psicologa, Psicoterapeuta - Torino

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