Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Mi sento sola e triste
Salve a tutti,
mi chiamo Anna e scrivo perchè ho davvero bisogno di dirlo a qualcuno.
Ultimamente sto attraversando un periodo di schifo e non ho nessuno con cui parlare.
Sono diventata mamma l'anno scorso di un bellissimo maschietto e proprio la gravidanza ha posto fine alla mia vita così come era prima. Prima della gravidanza avevo un lavoro che mi dava soddisfazioni anche se non guadagnavo moltissimo. Ho partorito d'urgenza per problemi di salute e improvvisamente da un giorno all'altro mi sono trovata disoccupata a fare la mamma a tempo pieno. Mio figlio è nato prematuro per cui è rimasto in ospedale per circa due mesi e questo è stata la prima batosta. Non mi aspettavo di partorire prima del termine, non ero pronta, credevo di avere ancora del tempo per godermi il mio pancione, Invece non c'è stato niente di tutto questo. All'improvviso ero senza pancia e senza figlio perché l'ho dovuto lasciare in ospedale. Tornata a casa, mi sembrava di non essere mai stata incinta e per molto tempo non sono riuscita a guardare le donne in gravidanza. Mi sentivo come se mi avessero derubato di qualcosa e ho odiato il mio corpo per non essere riuscito a fare l'unica cosa importante: portare a termine una gravidanza.
Fortunatamente, mio figlio non ha avuto grossi problemi. Ha superato la tin con ottimi risultati, anche se all'epoca delle dimissioni, non riusciva ancora a sentire perché il canale uditivo non si era ancora aperto del tutto. Poco tempo dopo però, ha recuperato ed ora ci sente benissimo.
I miei problemi riguardano principalmente mio marito e il rapporto con nostro figlio.
Mio marito è ansioso e questo suo atteggiamento mi sta creando dei grossi problemi.
Sin dalla nascita, mio marito ha prefigurato i peggiori scenari possibili per nostro figlio. Leggeva tutto quanto riusciva a trovare in rete sui bambini prematuri e già immaginava un futuro problematico per nostro figlio. Ad esempio, quando ci siamo accorti che non sentiva perché alle dimissioni non aveva superato il test sulle otoemissioni, è andato di matto. Iniziava già a pensare ad operazioni per inserimento di un apparecchio uditivo, la necessità di apprendere la lingua dei segni e via dicendo.
Non parlava mai direttamente con i medici, ma mi costringeva a chiamare e mi suggeriva cosa dire e cosa rispondere. Ero poi io quella che si sentiva dare della pazza e a cui veniva chiesto di non essere ansiosa. Non che io non mi preoccupassi per mio figlio, ma vedevo i medici fiduciosi e, in ogni caso, anche se fosse stato sordo, non ne avrei fatto un dramma. Mi sarei adeguata e avrei fatto tutto il possibile per aiutarlo.
Ora stiamo affrontando un altra crisi.
Mio figlio ha circa 18 mesi e ancora non parla. Porta tutto alla bocca e non guarda negli occhi gli estranei.
Mio marito è convinto che nostro figlio sia autistico o che comunque abbia un deficit di attenzione. Ovviamente ha fatto questa diagnosi informandosi in internet, cosa che mi irrita moltissimo. Lui sta già pensando alle terapie che dovrà affrontare alla domanda per la legge 104 e per l'insegnante di sostegno a scuola (non abbiamo ancora una diagnosi!!!).
Il bambino ha iniziato il nido da poco ed effettivamente c'è una grande differenza tra lui e gli altri bambini che sono più spigliati e più socievoli. Non si gira quando le maestre lo chiamano, ma comunque le stesse mi dicono che partecipa ai giochi e che è tranquillo. Devo dire però che non ha avuto molta possibilità di socializzare perché viviamo lontanissimo da tutti i nostri parenti. Nostro figlio è cresciuto solo con noi (anzi con me perché mio marito lavora tutto il giorno e quando non lavora comunque fa tutto tranne che stare con nostro figlio) e, complice il lockdown, non abbiamo passato molto tempo con i nonni. I medici che lo hanno in cura al follow up ritengono che sia immaturo e non autistico, ma mi hanno comunque fissato una visita da una neuropsichiatra infantile.
Io nel profondo del mio cuore non credo che mio figlio abbia grossi problemi, ma il pessimismo di mio marito mi sta contagiando. Lui non capisce perché io non sia preoccupata come lo è lui (in realtà lo sono e spesso la notte non riesco a dormire) e mi ha detto che sono insensibile e fredda perché sembra che niente mi tocchi. Io non posso prendermi il lusso di essere triste o di non alzarmi da letto perchè mio figlio ha bisogno di me, mentre lui quando è depresso non parla e si isola da tutti.
Mi fa sentite una madre snaturata e ho tanta paura che mio marito abbia ragione ma non so che fare.
Tra due settimane faremo dei controlli più approfonditi con un istituto specializzato in bambini autistici ma non so se riuscirò a reggere il suo umore per tutto questo tempo.
Salve Anna, mi dispiace moltissimo per la situazione che state vivendo e che sta vivendo.
Comprendo bene quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata.
Ritengo che, tra le altre cose, ci siano due ordini di problemi meritevoli di attenzione clinica: la sua condizione di donna che si sente deprivata di aspetti che prima le consentivano di autopercepirsi e di avere un ruolo (vedi il lavoro) e la gestione dei vissuti emotivi negativi relati alle condizioni di salute di vostro figlio. È chiaro che suo figlio potrà essere sottoposto a controlli periodici per monitorare il suo stato di salute tuttavia ciò che fa la differenza in questi casi è come si vivono le fragilità: se queste non vengono accettate e su queste si costruiscono pensieri negativi, è chiaro che anche l'umore ed i comportamenti ne saranno di conseguenza influenzati negativamente. internet è una grande risorsa ma è ambiguo, dovete affidarvi a voi stessi ed ai medici che seguono vostro figlio.
Comunque, ritengo possa essere utile ritagliarsi uno spazio d'ascolto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL