Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Doc o omosessualità/bisessualità repressa?
Buonasera a tutti,
sono una ragazza di 18 anni e vi scrivo per chiedervi urgentemente un aiuto.
Sin da quando avevo 13 anni circa, ho cominciato ad avere timore di poter essere lesbica o bisessuale. Tutto è iniziato quando, durante un pomeriggio a casa con un'amica, mi sono accorta di starla fissando. Da lì un loop infinito: "e se fossi lesbica?", "forse mi piacerebbe stare con una donna?", "magari mi sento attratta?" e così via.
Per un lungo periodo sono riuscita a soffocare questa paura, ma ultimamente è tornata a galla.
Ho un vissuto piuttosto complesso: mio padre è stato completamente assente e freddo (nonché psicologicamente violento) nei miei confronti e da quando i miei si sono separati due anni fa, non ho più alcun tipo di rapporto con lui.
Sto con un ragazzo da quasi due anni, ma qualche mese fa si è trasferito per lavoro e adesso portiamo avanti una storia a distanza.
Durante il 2021 ho sofferto di forte ansia e gastrite, così come il 2017, anno di attacchi di panico.
Ho avuto altri pensieri intrusivi nel corso della mia vita: ho avuto timore di impazzire, timore di far del male ai miei cari, timore di soffrire di malattie terminali (paura che oggi mi ha portata ad una sorta di ipocondria) e paura di tradire/essere tradita.
Credo di avere poca autostima, non mi piace il mio corpo né tantomeno il mio viso, ma non ho mai avuto particolari problemi nei rapporti con i ragazzi, fatta eccezione per il sesso: ebbene, non riesco a lasciarmi andare alla prima volta, ho una gran paura del dolore.
Sin da piccola sognavo di passare il resto della mia vita con un bel ragazzo, di avere una famiglia mia e sono sempre stata attratta dagli uomini, nonostante ritengo che le donne abbiano un corpo più "affascinante". Sia chiaro, l'idea di avere un rapporto con una donna non mi piace per niente, mi fa quasi schifo, ma sono arrivata a testarmi: ho iniziato a pensare a come sarebbe stare con una donna, a mettermi alla prova per riscontrare eventuali sensazioni fisiche ed emotive. Anche i momenti di intimità con il mio ragazzo sono diventati modi per provare a me stessa di essere attratta dagli uomini.
Non ho nulla contro la comunità LGBT, anzi, però ho un gran timore di potermi scoprire omosessuale/bisessuale come molte persone, ho paura di poter essere attratta dalle mie amiche e ormai sta diventando una vera e propria convinzione, tanto che nel corso mi sono fissata di poter essere interessata a delle ragazze, ma in realtà quando le vedevo era solo paura, lo dico perché è capitato proprio nei periodi di crisi. Ogni cosa è diventata una conferma.
Sono andata da una psicologa che mi ha semplicemente consigliato di rimandare il pensiero e di guardare dentro di me per capire cosa voglio davvero.
Ho paura, ho tanta paura e soprattutto rivoglio indietro la mia vita, perché ormai mi guardo alle spalle e mi sembra come se abbia sempre avuto questa sensazione addosso sin da bambina, ma non è così.
Ultimamente sto riuscendo a reagire, ma vengo sorpresa da questi momenti di sconforto in cui ritorno a pensarci e non so più come uscirne. Ho anche letto tutti gli articoli presenti sul web e visto altrettanti video sull'argomento, eppure continuo ad avere ricadute.
Ormai ho anche paura di frequentare posti, di prendere i mezzi e del mio futuro, dell'università e quant'altro.
Non riesco nemmeno a creare un'amicizia profonda con una ragazza per paura che possa succedere qualcosa.
Inoltre, amo il mio ragazzo e mi manca parecchio, il pensiero di poterlo lasciare per scoprirmi ciò che non sono mi fa stare terribilmente male. Spesso penso che forse una ragazza potrebbe comprendere di più certi stati d'animo, ma non lo so, ormai non so più che risposte darmi.
Vorrei indietro la mia vita, anche perché mi rendo conto di star diventando totalmente apatica, di soffrire nuovamente di ansia e di non riuscire più a pensare ad altro.
Grazie per l'attenzione.
Salve Giuliana, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL