Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Potrò mai svegliarmi da questo incubo che dura ormai da 10 anni?
Salve, sono un ragazzo di 29 anni. Non so bene da dove iniziare, sarà un flusso di pensieri sgrammaticato e confusionario ma ho bisogno di buttare fuori tutto. Ho la sensazione di dover vomitare asfalto, qualcosa di nero e pesante che mi opprime da anni.
Nel corso della mia vita e in particolare dopo il liceo ho sofferto di piccole crisi d’ansia. Sono omosessuale e dal 2015 sono in cura per l’HIV. È la prima volta che lo scrivo e ne parlo pubblicamente e mi tremano le mani al pensiero.
Ho passato tutta la mia adolescenza sognando di intraprendere un percorso universitario e lavorativo vicino alla mia passione, l’architettura… così non è stato. Terminato il liceo ho dovuto fare i conti con l’impossibilità della mia famiglia nel sostenermi economicamente e moralmente in questo progetto, e credo che questo sia stato forse l’elemento scatenante di tutta una serie di errori che mi hanno portato qui oggi.
Ho dovuto quindi dopo il liceo arrangiarmi da solo con lavoretti e nel mentre cercavo di affrontare anche la mia sessualità che stavo scoprendo molto timidamente attraverso varie app che mi permettevano di incontrare ragazzi. Avevo accantonato il fallimento dopo il liceo, iniziai a lavorare e stavo frequentando un ragazzo. Lui mi ha trasmesso il virus. Quando seppe che stavo per fare il test scomparve e da allora non ho avuto più sue notizie. Non l’ho più cercato. Iniziai subito la terapia e oggi la carica virale non è rilevabile.
Questa condizione mi ha fatto chiudere in me stesso, non frequento più nessuno, non mi sono più lasciato andare e quando provo ad instaurare una conoscenza con qualcuno la interrompo perché ho paura. Paura di ferire gli altri, ho paura di innamorarmi, ho paura di lasciarmi andare. Con gli anni quindi è andata sempre peggio, anche lavorativamente parlando. Ho iniziato a fare il dog sitter e questo mi permetteva di interagire pochissimo con le persone.
Non è un lavoro stabile e ne sono consapevole. Sono costantemente in cerca ma sembra che a nessuno possa interessare il mio profilo. I miei amici vivono la loro quotidianità serenamente… lavorano, si innamorano, soffrono per amore, cercano casa e mettono su famiglia. Io mi sento legato a qualcosa che mi tira giù e se i primi tempi provavo ad oppormi, ho iniziato a lasciarmi andare e scendere sempre più giù, isolandomi emotivamente dietro un muro che è ormai una prigione. Sul fronte sentimentale ho dovuto chiudere tutte le porte poiché non ho più fiducia in nessuno. Mi sento chiuso, una bomba ad orologeria pronta a scoppiare.
Non riesco più a prendere sonno, penso e ripenso a cosa mi aspetta e non vedo una via di fuga, non c’è luce alla fine del mio tunnel. Penso costantemente al suicidio da molti anni ormai e l’unica cosa che non mi fa procedere è il dolore che provocherei a mia madre. Per il resto vorrei solo sparire nel nulla e finire la mia esistenza. Tremo mentre scrivo queste parole, per la prima volta realizzo che quello che provo da molti anni è vero, non è solo un pensiero ma un vero desiderio.
Salve Luigi, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL