Dott. Francesco Damiano Logiudice

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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Il mio compagno soffre di disforia?

Buonasera dottore. Le scrivo per un problema che sto vivendo da circa 2 anni. Il mio compagno di 31 anni ha intrapreso un percorso psicologico perché dice di sentirsi donna e al csm hanno verificato di non avere nessun disturbo mentale e di vivere il tutto bene, l unica cosa che ha diviso la personalità in 2, una femminile e una maschile (cosa venuta fuori ciclicamente, a volte sentiva una parte femminile ma anche maschile e altre si sentiva solo donna, ma in ogni caso sempre con sembianze maschili). Lui comunque é molto bravo a parlare e a dire quello che qualcuno vuole sentire, sono quasi sicura che abbia tralasciato alcune cose ed esasperato altre per farsi dare il via alla terapia. Intanto lui si truccava e vestiva da donna solo il sabato e mi ha confessato di provare erezioni, dicendo che lui sessualizza le cose nuove. E gli era anche passata l eiaculazione precoce vestendosi. Nella terapia non è venuta fuori comunque che soffre di disforia perché, visto che io non ero più convinta della nostra relazione e avevo intenzione di lasciarlo ha messo in pausa il tutto e non ci è più andato. Solo che lui stava male e io lo vedevo, così, dopo 1 anno di stallo, dove lui era tornato ad essere totalmente "uomo", gli ho detto di fare il suo percorso a costo anche di lasciarci. Però ci sono delle cose che non mi convincono. Quando l ho conosciuto non era certo l uomo alfa, ma non ha mai avuto atteggiamenti femminili. Molto sensibile e a modo si, ma non da pensare alla disforia. Mi diceva che tempo indietro provava i vestiti della sorella e provava piacere sessuale e ha avuto anche un paio di relazioni omossessuali finite male. Lui però si dice bisessuale, anzi che le piacciono di più le donne. Non si cura, non mette abiti unisex ma sempre pantaloni e camice maschili per andare a lavoro (dicendo che non può permettersi che i datori capiscano il suo problema, cosa che invece é capitato andare con un filo di trucco e in abiti unisex e loro nemmeno se ne sono accorti), si trascura i capelli che son diventati grigi e con un taglio indefinito e non ha nemmeno un taglio femminile, ma è fissato con il caschetto con frangia nero, simbolo famoso della donna erotica di vari giornaletto. La barba addirittura la fa solo al sabato perché dice di non avere tempo, perché nei tirargli di tempo libero preferisce suonare. Ha anche paura di fare soffrire i genitori. Non sa nemmeno se fare la tos per paura dei medicinali e non se ne parla di togliere il pomo d Adamo e di operarsi ai genitali perché dice che si piace così. Mi ha addirittura tirato fuori il mito efebico e che è sempre stato il suo sogno, sembianze femminili ma genitali maschili. Si riduce a mettersi abiti femminili e a truccarsi (senza buoni risultati perché non ha la mano né il gusto femminile) alla bene meglio solo il sabato. Non si informa di queste cose e nemmeno sul trucco o su cose femminili, cose che deduco che se una persona si sente donna vengono naturali. I miei dubbi nascono proprio da queste cose. Una persona disforica non prova sofferenza continua a vedersi in un corpo non suo? Non farebbe di tutto o quasi per cambiare? Che senso ha il non volere cambiare parti maschili importanti come il pomo, il seno e i genitali? La scusa di non avere tempo (cosa per me allucinante perché se si ha dentro una sofferenza, che non ha mai dimostrato, il tempo lo si trova in tutti i modi) o di non avere voglia e trascurarsi è sempre indice di disforia? Io credo ci sia dell altro. Spero in una risposta perché io sono entrata in depressione e ogni giorno che passo é sempre peggio. Grazie di cuore.
Silvia

Salve Silvia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.

Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL