Dott. Francesco Damiano Logiudice

leggi (14)

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

La mia relazione d'amore con un tossicodipendente

Buongiorno, sono qui dopo aver letto diverse storie di ragazze che si sono trovate in situazioni analoghe. Sono stata per un anno e mezzo con un ragazzo che aveva già un trascorso di tossicodipendenza da cocaina, e sei mesi di Sert sfociati in una ricaduta due mesi dopo. Nonostante sapessi il trascorso del ragazzo, mi sono innamorata del suo carattere, della persona che è e da li abbiamo condiviso una relazione piena d'amore, un amore puro che io non avevo mai provato (ho 28 anni e lui 27 e convivevamo) Durante questo anno e mezzo ho vissuto però alti e bassi scanditi da un'ansia costante e paura per la sua salute fisica e soprattutto mentale. Ad agosto del 2021 inizia a drogarsi dicendomelo e facendolo davanti i miei occhi, cercando di convincermi della sua forza nel poter controllarsi e non farlo sempre. Quello per me è stato un episodio di grande impatto emotivo, ero disperata e non capivo o meglio non volevo accettare che la persona che amavo si facesse del male. Dopo quella volta è stato uno "smetto te lo prometto tu sei più importante" e tanto altro ma poi nonostante io abbia anche cercato di coinvolgere i suoi genitori lui continuava e io però gli davo fiducia dati i suoi episodi di pentimento, pianti a cui io mi aggrappavo con tutta la speranza che l'amore possa dare. Gli ho sempre ripetuto che sarei stata al suo fianco, ogni qualvolta lui diceva di voler smettere ma dopo gli episodi diventavano sempre più frequenti, sempre, 4 giorni di fila. Ha perso il lavoro, era sempre stanco, molto spesso non voleva uscire quando me lo aveva promesso ma io lo capivo e sapevo che era causa della sua dipendenza. Ho provato in tutti i modi a farlo smettere, sono stata male, ho cercato i difetti in me ma alla fine dopo un anno e mezzo la situazione è peggiorata. Un mese fa ha iniziato ad uscire con persone che a me non erano mai piaciute. Usciva alle 2 di pomeriggio e stava fuori fino alle 10 del mattino dopo causandomi tante ansie e paure nonostante lui mi mandasse messaggi. Sono arrivata al punto di non avere più fiducia nelle sue promesse relative al fatto che smettesse di drogarsi e gli ho chiesto di farsi aiutare, di andare al sert. Lui ha accettato ma poi ha trovato lavoro e andare al sert è diventato impossibile. Ho detto lui che non può pensare a lavorare se prima non intraprende un percorso e gli ho detto che dopo il suo passato di ricadute anche dopo il sert, sarebbe dovuto andare in comunità, promettendo che io ci sarei stata che lo avrei sostenuto. Lui ha rifiutato dicendo di non essere messo così male e che i drogati sono altri anche se questa era l'unica soluzione per darci una speranza. Dice di fare del lavoro che fa adesso il suo futuro e tra qualche anno magari si potrà essere soddisfatto. Dice di amarmi e ci amiamo sicuro tantissimo ma io non ho più fiducia e solo la comunità potrebbe darmi speranza. Lui ha fatto la sua scelta e io mi sento il cuore a pezzi. Penso che una cosa terribile abbia portato via da me la persona che amo e che non dipende neanche da lui perchè forse questo è il momento sbagliato per lui per rendersene conto. Continuo a pensare che forse un giorno si realizzerà e sceglierà una persona che potrà viverselo per come avrei voluto io. Mi sento annientata.

Salve Valeria, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa scelta possa essere importante per lei ed impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL