Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Ansia da prestazione?
Buongiorno, sono un ragazzo di 36 anni, che non ha mai riscontrato alcun problema dal punto di vista sessuale, fino da un paio di mesi a questa parte. Sono in fase di chiusura di una relazione dalla mia compagna (ormai ex) con la quale non ci sono più rapporti da un anno e mezzo, e da qualche mese ho conosciuto un’altra ragazza, della quale sono davvero “preso” e con la quale sarei pronto davvero a instaurare qualcosa di importante. Tuttavia con lei trovo tantissima difficoltà, pur essendo attratto in maniera fortissima, ad avere e talvolta mantenere l’erezione. Era successo una volta; poi in un paio di altre occasioni siamo riusciti a fare altri preliminari in modo soddisfacente, ma poi la volta dopo mi ricapita: l’erezione arriva e va via di colpo, per poi non sopraggiungere più. Io mi accorgo che ci penso al fatto che “non sta funzionando” oppure “ora deve funzionare per forza”, e non riesco a non pensarci, e questo inevitabilmente non mi aiuta, anzi! Mi rendo conto che è proprio il pensiero che mi fa sicuramente bloccare, ma è una cosa troppo forte la paura di fallire che il mio cervello non riesce a non pensarci! Mi chiedo come mai, visto che comunque non ho mai avuto un problema simile, e che consigli mi potete dare per “non pensarci”! L’erezione di norma mi funziona sempre, con lei…. No! Che è davvero l’unica che vorrei non perdere! .. non avevo idea che mi potesse mai succedere una cosa così e sono un po’ spaesato…
Salve Andrea, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL