Dott. Francesco Damiano Logiudice

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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Relazione a distanza

Sono un ragazzo di 21 anni, frequento il secondo anno di università e ho una relazione a distanza da quasi un anno con il mio ragazzo, all'inizio per via di vari problemi trascorrevamo spesso il tempo a litigare, da  3 mesi a questa parte invece ci siamo stabilizzati. Tuttavia da quando ho finito la sessione (inizio luglio) percepisco molto la distanza tra me e lui dato che (pur parlando di "sole" 3 ore di treno) facciamo fatica a vederci se va bene un weekend al mese. So che per altre coppie a distanza un weekend al mese vuol dire tanto, però questo mese sembra infinito per me e mi sento triste quasi ogni giorno, da pochi giorni mi viene pure da piangere la notte quando anche brevemente provo a pensare a lui. Non so davvero cosa fare, perché è un periodo che con lavoro finisce alle 14 e poi è stanco il resto del giorno in settimana, mentre nel weekend sì, parla con me, però ha anche altre cose da fare. Mi sento strano in questo periodo e premetto che la distanza l'ho sempre digerita non benissimo, nonostante però abbia provato comunque a combatterla per stare assieme al mio ragazzo. Inoltre volevo aggiungere che vuole andarsene via da casa perché la sua situazione familiare non è affatto delle migliori, però per il momento sembra che non ci siano speranze nemmeno di un avvicinamento per le distanze. Che dovrei fare?

Salve Lorenzo, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa scelta possa essere importante per lei ed impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.

Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL