Dott. Francesco Damiano Logiudice

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Dott. Francesco Damiano Logiudice

Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale

Non so cosa fare

Buonasera a tuttə, sono Eris un ragazzo trans di 21 anni. sono circa 2 anni e il prossimo giugno sono 3 anni che convivo con la scoperta della mia identità di genere. Ho attacchi di disforia e sono arrivato al punto in cui il binder non mi basta più. Non sono in terapia ormonale perché so, o meglio così mi è stato detto, che una persona non binary, genderfluid e transgender può iniziare la terapia solo quando lə psicologə gli diagnostica la disforia di genere. Il problema è che io adesso non posso permettermi una spesa del genere, però dall'altro lato c'è la mia voglia di stare bene e di essere me stesso. Non posso parlarne con nessuno a casa, sono tutti troppo retrogradi con la mentalità e pensano che una persona transgender automaticamente sia un travestito o una drag queen che sono cose completamente diverse. Io ho già fatto coming out, lo dico senza problemi, anche perché voglio essere chiamato con il mio nome e con i pronomi adatti e non con il deadname o per quello che potrei sembrare. Anche vivermi tranquillamente la sessualità mi risulta difficile a meno che io non smetti di pensare al corpo che ho a disposizione in quel momento e faccia "finta" di averne un altro. Cosa dovrei fare? Come devo muovermi? scusate il disturbo. Eris

Salve Eris, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL