Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Sono io che non mi piaccio o è la mia ansia che me lo fa pensare?
Buonasera a tutti, Sto impazzendo riguardo un argomento e ho bisogno di un parere a riguardo. Vi prego di esprimere la vostra opinione così da aiutarmi a capire meglio. Sono una ragazza di 22 anni e soffro di ansia da tre anni. Principalmente perché nella mia vita ho avuto molta difficoltà a le accettare il mio orientamento sessuale ( mi piacciono le ragazze) Ho avuto periodi molto brutti, con anche pensieri ossessivi che mi hanno portato a lasciare l’università perché non riuscivo più a concentrarmi e studiare. Ho pensieri ossessivi (immagini) sul suicidio, io che mi taglio, sul non valere niente o sulla paura di essere trans. (Cosa impossibile dato che mi sono sempre sentita a mio agio nel mio corpo) Ci sto lavorando con la mia psicologa e sto imparando a gestirli. Una cosa però mi ossessiona, una cosa che ho da un annetto. Quando mi guardo allo specchio non mi piaccio. Mi sale un nodo allo stomaco, mi si abbassa tantissimo l’umore, ogni volta che mi guardo in un riflesso. A volte ho anche problemi col seno, l’unica parte del mio corpo che mi mette a disagio. Ma in generale quando mi specchio sto male. Perché?? Cerco di pensarla razionalmente e non credo sia una coincidenza che ho questa cosa da quando ho iniziato a soffrire dì ansia. Perché fino ai 19 anni mi sentivo bella e super a mio agio con me stessa. Adesso è l’esatto opposto. Proprio non mi piaccio, e continuo ad avere la paura dì essere trans perché il mio seno (porto una terza) mi mette a disagio a volte. Non capisco proprio cosa succede. Se qualcuno può darmi una opinione mi sarebbe dì grande aiuto. Grazie mille. Greta
Salve Greta, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL