Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Lavoro senza tempo di fare altro
Buonasera, scrivo perché magari qualcuno può aiutarmi ad interpretare meglio la vita in cui viviamo. Il mio attuale lavoro, ma secondo me il lavoro in generale, non mi permette assolutamente di essere me stesso, e con ciò intendo di poter fare ciò che mi piace e ciò che mi fa stare bene. Faccio un lavoro da ufficio classico, dalle 8.30 alle 12.30 e successivamente dalle 14.00 alle 18.00. Gli orari sono sempre rispettati e capita molto raramente di fermarsi del tempo extra. Il fatto è che comunque mi ritrovo costretto a vivere 2/3 ore al massimo al giorno la mia vita, perché 11 ore (comprese sveglia e tempo di tornare a casa) sono dedicate al lavoro, altre 8 circa al sonno, 1 ora per cenare e annessi, qualche tempo extra per eventuali commissioni. Non riesco a capire come possa andarci bene (come società) una vita del genere in cui di fatto viviamo 3 ore al giorno inseguendo il mito del weekend in cui per 2 giorni (su 7, neanche il 30% della settimana) abbiamo del tempo da dedicare alle nostre attività personali. Non è un problema particolare del mio attuale lavoro, ritengo che anche se avessi la possibilità di cambiare lavoro la situazione non cambierebbe perché i tempi rimarrebbero gli stessi essendo la società impostata così, sempre ammettendo di riuscire a cambiare lavoro visto che ho mandato oltre 80 curriculum che si sono trasformati in 2 colloqui appena. Oltre a ciò il mio lavoro non mi piace ma non sono nella posizione di mollarlo perché bisogna mangiare. Beh tutto ciò per dire che non penso ci sia una soluzione ma spero che qualcuno possa dire qualcosa per farsi andare bene quello che è e rassegnarsi a questa vita. Grazie.
Salve Alberto, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL