Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Incapacità a completare il rapporto
Buongiorno, sono una donna di 50 anni e da qualche mese ho una relazione con un uomo di 60. Abbiamo entrambi dei figli 18enni, che vivono con me e con la sua ex moglie. Tra il lavoro e le famiglie ci vediamo poco, ma andiamo abbastanza d'accordo. Il problema è nel rapporto fisico, poiché lui non ha l'erezione e quando la ha dopo poco gli passa, per cui non riusciamo mai a completare il rapporto. Inizialmente mi ha detto che era stanco, poi ha iniziato ad incolparmi di essere poco femminile, di non indossare un abbigliamento intimo adatto, di non stimolarlo abbastanza con i baci. Io ho provato e provo ad accontentarlo, ma senza risultato. Ogni volta che non riusciamo cerchiamo di parlare, ma non riusciamo a risolvere il problema. Lui dice che non ha mai avuto questi problemi e che la mattina ha delle erezioni spontanee, per cui non ha un problema fisco. L'ultima volta mi ha detto che si blocca perché mi vede più come una madre che come una donna è che l'erezione è una cosa spontanea che lui non può comandare. Ma se non mi vede come una donna, perché ogni volta inizia l'approccio fisico? Divento una madre ai suoi occhi solo durante il rapporto? Sono sorpresa anche dal fatto che nelle fasi preliminari lui non ha un'erezione spontanea, ma solo se lo stimolo. Sinceramente non riesco a capire quale sia il reale problema, potete indirizzarmi? Noi abitiamo vicino Tivoli. Grazie mille, Giulia
Salve Laura, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL