Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale
Come comportarsi con un marito confuso e distante
Buongiorno, ho 38 anni e sto insieme a mio marito da 21 anni (di cui 8 di matrimonio e 12 di convivenza) abbiamo due bambini di 20 mesi e di 5 anni. In tutti questi anni abbiamo passato e superato insieme tanti problemi e un paio di crisi di coppia superate "facilmente" con amore e impegno reciproco. Gli ultimi 3 anni sono stati faticosi avendo dovuto affrontare problemi lavorativi, trasferimento, nascita del primo figlio, 2 aborti e nascita del secondo figlio. Soprattutto a seguito di quest'ultima mi sono sentita in un vortice dovendo affrontare da sola nottate, allattamento e sensi di colpa per rientro full time a lavoro che ha portato me e mio marito ad allontanarci sia emotivamente che fisicamente. Da un paio di mesi, avevo terminato l'allattamento e avevo parlato con mio marito dicendo che all'anno nuovo avremmo dovuto riprendere in mano la nostra coppia e impegnarci per ritrovarci come ai vecchi tempi, avevo chiesto più sostegno in famiglia e da parte mia avevo promesso più affetto e contatto e uscite di coppia. Avevo pure appuntato tutto in un calendario affinchè rimanesse nero su bianco. Ebbene la scorsa settimana a seguito di un mio messaggio in cui lo "criticavo" perchè il giorno prima era sparito tutto il giorno, mi ha risposto che avevo ragione che si era già informato per intraprendere un percorso con uno psicologo. Tornati a casa mi ha detto che non sa se mi ami ancora, che vuole capire, che la nostra vita non gli piace, che abbiamo preso strade diverse, che si sente in prigione con noi, che gli viene l'ansia non appena mette il piede in casa ed è per questo che tende ad isolarsi, che odia giocare con i suoi figli, che li ama tantissimo ma che non riesce a capire se questo suo sentirsi inadeguato a fare il genitore sia dovuto al nostro rapporto. Mi ha detto che non mi ha mai tradito ma che ultimamente si trova ad avere pensieri per altre che non ha mai avuto. Che non abbiamo hobby in comune e che se pensa di passare 20 anni così gli viene l'ansia. Gli ho proposto una terapia di coppia e ieri sera dopo aver parlato con un suo amico era convinto di fare ma oggi è andato al primo incontro con lo psicologo con cui aveva già preso appuntamento e questo gli ha detto che al momento non è utile fare una terapia di coppia visto che ancora non sa lui cosa vuole. Dice che se avesse voluto lasciarmi l'avrebbe già fatto e che il suo intento è risolvere le cose tra noi ma che vuole essere felice e spera che con lo psicologo possa farcela. Nel frattempo da quando mi ha detto di questa sua decisione mi ha completamente allontanata. Fino al giorno prima era affettuoso come sempre e mi ha pure cercato sessualmente ma all'indomani appena si è sfogato piangendo su quello che gli stava accadendo si è distaccato completamente. Io ho pianto, l'ho pregato di non abbandonarci, ho promesso di fare il possibile per salvare la nostra coppia e la nostra famiglia, sono stata affettuosa nonostante lui facesse fatica anche solo a guardarmi. Io sto soffrendo tantissimo. Non capisco cosa stia succedendo, non capisco questo suo distacco, non capisco questo suo comportamento e soprattutto non so cosa fare nel frattempo che lui faccia queste 3 o 4 sedute. Per favore aiutatemi. Vorrei fare in modo di non farlo allontanare ancora di più ma lui mi chiede tempo, che devo stare tranquilla e che non devo mettergli ansia. Io penso ai nostri bimbi e a me che da 21 anni sto con una persona che adesso non riconosco. Mi sento esclusa , chiedo la terapia di coppia in modo da lavorare su noi 2 ma lui sente la terapista che oggi gli ha detto che non è pronto. Cosa faccio?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL