Cibo ed Emozioni: un rapporto complicato
Nei periodi di maggiore stress, si osserva in generale la tendenza delle persone a mangiare di più. In momenti come questi, il cibo può diventare una vera e propria forma di consolazione e distrazione a fronte di situazioni difficili da gestire e di emozioni spiacevoli da allontanare ed anestetizzare.
In questi ultimi due anni di pandemia, infatti, il cibo ha rappresentato per molti una sorta di valvola di sfogo tramite cui esorcizzare e gestire stati d'ansia, paure ed incertezze. Di conseguenza, molte persone sono finite con il ritrovarsi dei chili in eccesso. Spinti, poi, dal desiderio di recuperare la forma fisica perduta, si va alla ricerca di diete e restrizioni con l'obiettivo finale di perdere peso e mangiare meno.
Alle volte, però, a seconda dei casi, le strategie di dieta falliscono perchè affrontano solo il sintomo (eccesso di peso) ma non la causa sottostante. Quando ricorriamo in maniera compulsiva al cibo, lo facciamo non per soddisfare una richiesta fisica, la fame e la carenza di nutrienti, ma per mettere a tacere un'esigenza prettamente emotiva, ovvero non sentire ciò che proviamo in quel determinato momento.
Se rientriamo nella categoria dei "mangiatori eccessivi" con tutta probabilità il nostro cervello avrà costruito un legame cibo-sollievo, cibo-comfort. Dunque, nel momento in cui sorgeranno emozioni spiacevoli la nostra mente reagirà automaticamente, a livello inconscio, mostrandoci il cibo come unica soluzione che farà sparire tutti i sentimenti di disagio.
In realtà, niente di più sbagliato.
Per poter rompere questo circolo vizioso, dobbiamo essere disposti a distogliere l' attenzione dal cibo e dirigerla verso i sentimenti e lo stato d'animo che precedono e innescano l'atto del mangiare.
Il percorso di Mindful Eating insegna proprio questo,ossia a diventare consapevoli della nostra esperienza interiore che poi ci spinge alla ricerca di cibo quando siamo tristi, ansiosi o arrabbiati. Ciò che spezza l' abitudine all' eccesso di cibo è la consapevolezza. La disponibilità ad assumere un atteggiamento curioso e non giudicante su ciò che sta accadendo nel nostro cuore, nella nostra mente e nel nostro corpo.
Prima di fiondarci ad aprire il cassetto degli snack, proviamo a restare in quell' emozione spiacevole. La scelta più coraggiosa che possiamo fare è restare e chiederci: " Da cosa sto fuggendo in questo momento? Cosa voglio allontanare da me? Quali sentimenti non voglio provare?
Dunque, cosa potresti fare quando avverti quel bisogno spasmodico di mangiare che crea dipendenza?
Se dopo vorrai ancora mangiare, va bene. Accetta comunque di fare questi pochi passi prima di mettere qualcosa in bocca. Impegnati a restare, a non abbandonarti e ad imparare ad offrirti ciò di cui hai veramente bisogno e di cui, forse, hai sempre avuto bisogno.
Psicologa, Operatore clinico di Training Autogeno, Mindful Eating Trainer. Esperta in Parent Coaching - Chieti
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