Problemi di socializzazione
Buongiorno,
mio figlio ha tre anni e mezzo, 4 ad ottobre. Abbiamo iniziato la scuola d'infanzia a settembre. Non aveva frequentato il nido. L'inserimento è stato abbastanza lungo. le maestre mi hanno permesso di restare per quasi una settimana. Con la mia presenza il bimbo faceva le attività volentieri ma evitava il contatto con gli altri bambini. Mi diceva che lui ha bisogno del suo spazio. Premetto che il bimbo ha un linguaggio molto sviluppato e già dall'età di due anni e mezzo aveva un vocabolario molto ampio per la sua età (anche le maestre mi confermano che ha un linguaggio pari a quello dei bimbi medi). Quando ho iniziato a lasciarlo a scuola da solo al momento del distacco piangeva molto e continuava quasi fino all'ora del pranzo (questo fino a gennaio). Poi si tranquillizzava. I primi mesi comunque faceva delle attività sollecitato dalle maestre. Non ha comunque mai cercato l'interazione con i bambini che anzi allontanava. Da febbraio ha iniziato una specie di sciopero bianco, per cui la mattina piange e mi dice che non farà nulla e infatti non fa nulla. Le maestre faticano a fargli fare le attività fino a quando non è lui a decidere che gli va di fare qualcosa. Rimane il più possibile attaccato alla maestra. Mi dicono che a tavola si trasforma (è seduto sempre di fianco alla maestra), chiacchiera e sembra molto sicuro di sé. E' un osservatore attentissimo dell'ambiente e dei movimenti circostanti (fin da piccolo) tanto che le maestre dicono se si vuole sapere cosa è successo e a chi durante la giornata basta chiedere a lui. All'esterno della scuola comunque non ama frequentare i bambini. Va invece molto d'accordo con gli adolescenti e gli adulti. E' molto testardo e per fargli fare qualcosa che lui non vuole dobbiamo ogni volta discutere e alla fine lo dobbiamo prendere "con la forza" . tende a mordere e a dare schiaffi quando gli si dice qualche no. Starebbe sempre a casa, non ama uscire. Premetto che non abbiamo mai usato le maniere forti per farci rispettare, né lo abbiamo punito o lasciato piangere per ore nella culla. Il fatto però che adesso sia così difficile da gestire sta creando delle discussioni tra noi genitori perché il padre vorrebbe usare metodi più severi mentre io tenderei per il dialogo. Un paio di settimane fa ha avuto degli episodi di pavor notturno (una notte con più risvegli) e questo ha accentuato la nostra ansia perchè evidentemente non stiamo lavorando con lui nella direzione giusta.
Buongiorno, leggendo la vostra lettera mi sono immaginata un piccolo, ma tenace bambino, capace di tenere in pugno adulti
A caldo vi consiglierei un libro che si intitola "I no che aiutano a crescere" vi può aiutare a confrontarvi su tematiche genitoriali e in seguito vi invito a confrontare le riflessioni che ne scaturiscono con una specialista per comprendere meglio le strategie da mettere in campo con il piccolo
Psicologo, Psicoterapeuta - Como