Il mio comportamento può aver generato questo profondo malessere?
Ciao, mi chiamo Raffaele e sono un ragazzo di 31 anni. Dopo una storia di circa 6 anni la mia fidanzata mi lascia senza nessun preavviso. Mi dice che ha bisogno di pensare bene alla nostra storia insieme, sebbene solo sei mesi prima avevamo deciso di prendere casa insieme (ma la nostra convivenza non era ancora iniziata). Dopo qualche giorno mi dice che il motivo di questa scelta è da legare al fatto che io più di tre anni fa le ho fatto notare che, insieme al fatto che stava prendendo peso in modo molto evidente (non è mai stata comunque molto magra) si stava abbandonando e prendendosi scarsissima cura di se stessa. All'epoca la questione venne di fatto liquidata dopo un paio di liti nelle quali il suo messaggio si può riassumere così: “non devi parlare con me di questo argomento“. Di fatto mi sono reso conto di andare incontro ad un tabù, ad un problema che lei non voleva affrontare. Mi sono molto preoccupato ma, forse per amore e sbagliando, ho lasciato correre nella speranza che il tempo la aiutasse autonomamente a capire che forse qualcosa non andava. Nel frattempo questo ha però di fatto distrutto la nostra intesa sessuale. Oltre ad una questione legata all'aspetto fisico, avvertivo in me un senso di malessere legato a questo suo rifiuto di voler condividere con me una cosa così importante. Di fatto abbiamo avuto difficoltà nel fare l'amore, sebbene l'attrazione era molto migliorata ultimamente, da quando circa un anno fa aveva preso a fare una dieta molto pesante con la quale ha perso 30 Kg. Ora lei sostiene che io con il mio comportamento (quello prima di farle notare che si stava abbandonando, poi il non far nulla per tutto questo tempo ed infine le difficoltà in campo sessuale) io l'ho devastata in un modo gravissimo, che la sua autostima è completamente azzerata. Vorrei sapere, per quello che è possibile da un consulto attraverso questo canale, se effettivamente solo il mio comportamento può aver generato questo profondo malessere oppure esistevano già in lei (forse legati ad aspetti più profondi come la famiglia) questi segni di malessere che questa vicenda ha solo portato alla luce. Grazie
Buon giorno Raffaele,
lei pone una domanda della quale già suppone la risposta. Noi non siamo così lineari come ci piacerebbe pensare, siamo pieni di contraddizioni e di inquilini che abitano nello stesso palazzo che è la nostra personalità e non sempre si va tutti d'accordo. E' tenera la sua volontà di capire e anche il timore di essere stato causa di sofferenza e dolore alla persona cha amava-ama, ma le relazioni sono incastri magici, che si modificano nel tempo in funzione di ciò che accade fuori e dentro ogni membro della coppia. La percezione di sè, la dimensione sessuale, la progettualità della convivenza, la crescita che è avvenuta in questi 6 anni insieme vi ha portato probabilmente in direzioni nuove. Forse le riflessioni di ora le serviranno in futuro, sono d'accordo con lei che sarebbe stato meglio affrontare direttamente la questione, ma quando si è in due il limite tra il proteggere e il proteggersi è molto sottile e a volte, bisogna anche riconoscere che l'altro ha un suo modo di vedere il mondo e di vedersi e che questo modo si può modificare. Sicuramente accettare l'altra così com'è, senza volerla modificare riconoscendo la sua peculiarità è il modo migliore per stare nella relazione...a patto che uno riesca a farlo prima con se stesso e non sposti tutto quello che non va su chi ci stà di fronte.Questo forse è valso per la sua storia, per tutti e due in due tempi diversi....la vita è fatta di esperienze e di scambi che ci modificano, le auguro che questo scambio le sia stato utile.