Sto ricevendo continue pressioni dal mio ex-ragazzo
Salve, sono una ragazza di 23 anni e vi chiedo aiuto perché sto ricevendo continue pressioni dal mio ex-ragazzo. Un anno fa mi sono frequentata con un ragazzo che avevo conosciuto tramite l'università, di un anno più piccolo di me e abbiamo intrapreso questa conoscenza che è durata all'incirca 3 mesi e che ho poi, con un'accurata riflessione, deciso di interrompere dopo aver scoperto che soffriva di depressione. Premetto che quando ci siamo conosciuti sembrava un ragazzo tranquillo e anzi molto solare, mi riempiva di attenzioni e sorprese, amava fare tante cose e presa da tutto questo coinvolgimento abbiamo preso a vederci subito tutti i giorni, accelerando un po' le cose. Dopo appena un mese o poco più poi ho iniziato a notare che qualcosa in lui non andava; era cambiato, spesso apatico, assente, triste, poi si riprendeva e poi tornava malinconico evitando spesso contatti, spegnendo il telefono per giorni interi. Col passare dei giorni poi, iniziando a frequentare casa sua dove viveva solo con la madre (avendo i genitori separati, ma in buoni rapporti) ho scoperto dalla madre che il figlio aveva, anni prima, attraversato un periodo depressivo molto intenso, durante il quale aveva fatto uso anche di psicofarmaci se pur leggeri ed era stato per un breve periodo seguito da uno specialista che poi aveva voluto smettere di vedere. Nel giro di 2 mesi il quadro mi è stato chiaro, sia perché ho vissuto personalmente la sua fase depressiva e la ricaduta drastica, sia per le cose in più che scoprivo giorno dopo giorno, le pressioni della madre, troppo apprensiva e spesso invadente che cercava aiuto in me chiamandomi di continuo, le siringhe che le faceva per farlo dormire la notte per evitare commettesse azioni pericolose per se stesso, gli psicofarmaci, i suoi atteggiamenti capricciosi quasi come un bambino che rifiutava di obbedire e di agire. Tutti i tasselli sono serviti per farmi avere alla fine chiara la situazione in cui mi ero intrappolata senza rendermene conto e la sua gravità. Lui si era molto legato a me, se faceva qualcosa per stare meglio, come assumere farmaci, lo faceva solo sotto mio consiglio, andava alle terapie solo se sollecitato da me e addirittura un giorno dovetti accompagnarlo e stesso il terapista desiderò incontrarmi e conoscermi per poter parlare tutte e tre insieme. Però in lui non notavo miglioramenti, stava sempre peggio, si era ridotto a un vegetale, non mangiava, dormiva sempre, quando era sveglio aveva crisi e piangeva, ha tentato più volte il suicidio, assumeva atteggiamenti autolesionistici. Angosciata da questa situazione che stava diventando per me insostenibile, causandomi ansie e influendo negativamente sul mio umore e la mia vita ho deciso di interrompere questo rapporto, anche se la madre mi pregava di restare accanto anche solo per sostegno, ma non lo ritenevo opportuno, né educativo per lui e né salutare per me. Come si possa prevedere lui non prese bene questo mio allontanamento, tanto da scappare di casa la notte, venire sotto casa mia a piedi dopo ore di cammino (e abitiamo lui in città ed io in provincia), altri tentativi di suicidio, chiamate insistenti, messaggi anche durante la notte in cui ripeteva sempre di voler tornare indietro nel tempo. E' stato in seguito anche ricoverato in un reparto psichiatrico per un periodo, non so se in questi mesi sia accaduto altre volte perché ho interrotto ogni contatto. Comunque la situazione è che a distanza di un anno, in tutti questi mesi, lui ha sempre continuato, tra alcuni brevi intervalli, con messaggi, spesso lunghissimi di pentimento e sempre molto tristi in cui parlava anche del suo stato fisico e psicologico, tentativi di riprendere il rapporto con una certa insistenza, anche via social, mezzi sui quali ho dovuto bloccarlo, ma continua con SMS, in cui spesso include foto nostre insieme, pezzi di conversazioni private che minaccia di pubblicare sui social, tentativi di chiamarmi con altri numeri. La cosa mi crea ansia e fastidio anche perché ogni mio tentativo educato anche di farlo ragionare e smettere di tormentarmi fallisce. Non riesco ad uscirne e questo suo atteggiamento impertinente mi suscita anche rabbia e l'alternanza dei suoi stati d'animo prima di sottomissione e pentimento, poi di sarcasmo come se si prendesse gioco di questa mia intolleranza, mi rende impotente e mi crea disagio. Tra l'altro la sua instabilità mentale non mi permette di prevedere ogni sua azione e mi fa temere anche che possa varcare qualche limite, ed umiliarmi o presentarsi sotto casa. Vi chiedo gentilmente un parere, un aiuto per poter uscire da questa brutta storia. Vi ringrazio anticipatamente. Mary.
Gentile Mary, capisco la tua “disavventura“ e la tua ansia ma penso che ogni esperienza debba insegnare qualcosa che nel tuo caso l'insegnamento deve essere che è preferibile iniziare un rapporto con maggiore cautela senza accelerare e senza una grande frequentazione iniziale. Premesso che la tua decisione di interrompere il rapporto è saggia e sacrosanta occorre una certa tolleranza in considerazione della patologia del ragazzo. Se i tuoi garbati inviti a lui diretti di accettare la tua decisione e rassegnarsi perché non siete risultati compatibili non sortiscono effetti in tempi ragionevoli ti consiglio di parlare alla madre del ragazzo esprimendo con assertivita' il tuo disagio ed avvertendo che se non provvedera' a tenere sotto controllo il figlio sarai costretta a malincuore ad adire le vie legali producendo una denuncia per stalking. Di questo problema dovresti comunque parlare anche con i tuoi genitori per avere solidarietà e appoggio eventuale da loro. Con queste misure nel giro di qualche mese sono sicuro che la situazione si risolvera'. È importante che tu non ti faccia impressionare e condizionare nemmeno da possibili minacce di autolesionismo da parte di questo ragazzo. Un cordiale saluto.