Non riesco più a fare sesso con il mio fidanzato. Me ne devo fare una colpa?
Salve sono Arianna e ho 24 anni. Son fidanzata da 5 anni e non è mai mancata nella nostra relazione la sincerità e il dialogo. All'inizio la nostra vita sessuale era molto attiva. Poi per alcuni miei disturbi intimi ho reclamato l'astinenza che per me era giustificata. Per i primi tempi il mio ragazzo si è dimostrato paziente e comprensivo, poi ha cominciato a perdere le staffe a tal punto che ogni occasione diveniva buona per sottolineare e rinfacciare questa mancanza. Lui ritiene che il sesso sia un elemento imprescindibile e che senza di esso non c'è futuro. Più volte mi ha mollata per questa ragione gettandomi nello sconforto. Queste parole e questo suo accanimento non facevano altro che peggiorare la mia situazione, sono molto emotiva e quindi non poteva che derivarne ansia e malessere. Gli ho ridato fidicia, ci è voluto tempo per sbloccarmi e abbiamo ripreso a farlo ma.. La nostra vita sessuale non è più come prima e lui tende sempre a farmelo notare.. Sembra sia divenuto meccanico, oggetto della routine. Oggi ci ritroviamo nella stessa identica situazione: ho problemi intimi e l'astinenza non è più da parte sua tollerata. E questo suo atteggiamento fa crescere in me tanti dubbi: sento su di me il peso di questa spiacevole situazione e il mio morale ne risente. E lui così facendo non mi è d'aiuto, anzi abbassa la mia autostima, ma soprattutto fa diventare un gesto così bello e spontaneo quasi una pretesa. Possibile che tutto il resto non conti? Attendo vostri consigli su come proseguire e come reagire.
Grazie anticipatamente
Buongiorno Arianna
come ampiamente suggerito dai colleghi, i fattori che potrebbero influenzare la sua situazione, sono molteplici e andrebbero indagati clinicamente. Lei ci chiede se "farsene o no una colpa", nessuno psicologo avrebbe una seria risposta, io invece le suggerisco di farsene una "responsabilità" (che è ben diverso da colpa) come del resto ha già iniziato a fare scrivendo questa domanda, cercandosi una consulenza medico ginecologica (se non lo ha ancora fatto) per escludere cause esclusivamente organiche, e successivamente una consulenza con un collega psicologo.