Non riesco più a studiare e ho un atteggiamento ansioso nei confronti dello studio
Salve, io ho 22 anni e sono all’ultimo anno di un corso magistrale in inglese e in ambito scientifico/sperimentale. È da maggio ormai che ho perso interesse nello studio, mi reputo una incapace e ho paura di fallire, non riesco più a studiare. Sono condizionata a rispettare determinate scadenze durante le sessioni perché ho una borsa di studio e non posso permettermi di perderla. La mia famiglia mi supporta sempre e cerca di non farmi pesare mai niente anzi, mi sprona ad andare avanti e mi dice che i momenti no capitano a tutti e che non è la fine del mondo, ma io me la vivo malissimo. Sono sempre stata nella fascia alta di rendimento scolastico e mi sono settata uno standard a cui ora non riesco ad arrivare, perché prima mi bastava molto meno per ottenere risultati ottimi. Ora mi sento bloccata, deconcentrata, sento la mente annebbiata e non riesco più a studiare, ho passato solo 3 esami su 7 nella sessione di giugno/luglio e mi sento una fallita, i miei amici sono diventati per me solo un metro di paragone inarrivabile e ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa, non riesco ad aprire libro ma vivo con l’angoscia di non star svolgendo il mio dovere e non ci sono momenti dove non penso al fatto che non sto studiando come dovrei. Non vedo via d’uscita e questa cosa mi spaventa perché a me studiare è sempre piaciuto ed era una attività che mi veniva naturale, ora mi sembra di non capire nemmeno ciò che leggo.
Gentile Rebecca,
il giudizio che lei esprime su se stessa è molto pesante e a prima vista parrebbe sproporzionato rispetto al solo parziale mancato raggiungimento degli obiettivi di studio.
Occorre però capire che cosa le sta dicendo questo sintomo che la colpisce in una attività per lei importante e fino ad ora sempre gratificante, e di quali esigenze profonde, si fa portatore.
E’ importante accogliere questo momento di fatica e di angoscia per poter lavorare a ciò che lo psicoanalista milanese Giacomo Contri identifica come la prima Costituzione del soggetto.
Ognuno di noi ha una costituzione propria, che chiede riconoscimento di molteplici istanze (anche nascoste o rimosse per più motivi) per portare l’individuo a soddisfazione all’interno di relazioni e attività: occorre del tempo per capire, e l’aiuto di un professionista potrà favorire il suo proficuo riorientamento.
Rimango a disposizione, anche online e la saluto caramente.
Dr. G.Gramaglia
psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista - Torino