Bimbo 2 anni non mangia al nido
Buongiorno, sono mamma di una bimba di 5 anni e un bimbo di 2 anni. Da settembre il piccolo di due anni ha iniziato il suo percorso all'asilo nido (lo stesso frequentato in precedenza dalla sorella ed esperienza bellissima e stra positiva, stesse educatrici e da subito rapporto di fiducia). È stato il primo approccio con la socialità e lui ha un carattere molto buono, sensibile, ed è sempre stato attaccatissimo a me come figura, perché sin dalla nascita siamo insieme h24 quindi ero pronta a un inserimento lungo e difficile e devo dire che dopo i primi giorni ha accettato il contesto, le educatrici e la condivisione di spazi e attenzioni con altri bimbi. La mattinata trascorre piacevolmente e si butta nelle attività però arriva il momento del pranzo e lui non mangia. Non si oppone a tavola, si lava le manine, si mette seduto e rimane tranquillissimo a guardare gli altri mangiare ma lui non tocca cibo, zero! Ne pane ne acqua, ha un rifiuto passivo, sta lì e basta..senza piangere né urlare. Con le educatrici ne abbiamo parlato mille volte e provato a trovare mille soluzioni ma non ne veniamo a capo. Esce alle 13 a completo digiuno, torniamo a casa ed è nervosissimo, affamato, stanco e assonnato. Con le educatrici abbiamo deciso di non dargli io il pranzo a casa ma farlo solo spizzicare per non confonderlo e lui va avanti praticamente da due mesi a mangiare per pranzo frutta, yogurt o biscotti. Si addormenta poi a fatica dopo pianti inconsolabili. A cena mangia tutto regolarmente e in grandi quantità. Io accolgo ogni sua emozione ma sono arrivata al punto di non sapere come aiutarlo e chiedermi se sia il caso di anticipare l'uscita al nido così da riprendere la routine sana che avevamo tra pranzo e pisolino e riprovare tra qualche settimana quando magari sarà più tranquillo. Che fare??? La pediatra mi ha dato anche un integratore per stimolare l appetito ma lui la fame ce l'ha eccome, e il blocco emotivo che mi preoccupa.
Buongiorno,
Suo figlio sta affrontando una fase molto importante della sua vita che favorisce la crescita personale ma che potrebbe anche dare origine a delle criticità.
Il cibo, oltre a rispondere al bisogno primario della persona, assume anche un valore simbolico. Rappresenta infatti il mezzo che permette al bambino di instaurare un rapporto profondo con la madre.
A tal proposito, quello che sta vivendo suo figlio potrebbe essere collegato alla separazione che si trova ad affrontare.
Se lo ritiene utile, dopo essersi confrontata con la pediatra, può chiedere consulto ad uno psicologo dell'età evolutiva per individuare e lavorare sul conflitto emotivo sottostante alla problematica.
Cordialmente,
Dr. Gramaglia Giancarlo.
psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista - Torino