Dott. Giancarlo Gramaglia

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Dott. Giancarlo Gramaglia

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Separarsi o continuare a credere nella famiglia come valore di vita?

Salve, sono originaria romana ma vivo all’estero da più di 15 anni. Il mio compagno italiano doc vive con me dal 2001. Abbiamo insieme una bellissima bimba di 8 anni nata all’estero. Ormai da diversi anni il mio compagno mi chiede di andare via dal paese dove viviamo. In tutte le salse la sua richiesta si traduce in una richiesta di aiuto a portarlo via ma senza aver mai capito dove si sentisse felice andare. Abbiamo fatto delle sessione di coppia per comunicare meglio, soprattutto post covid visto che ne abbiamo risentito anche noi come tanti. Ma dalle sessione ne é emerso sempre di più la sua difficoltà a continuare a vivere dove viviamo attualmente. Ho provato milioni di volte a chiedergli di fare team per poter capire come ricollocarci altrove con un piano intelligente ma lui non ha mai voluto affrontare il problema concretamente. Continua a dire portami mia. Con una figlia e attualmente senza lavoro non credo che trasferirsi si fattibile, sul piano finanziario, lavorativo e familiare. Gli ho proposto mille volte di fare le sue scelte e di allontanarsi ma le sue risposte sono state di impossibilità dovuta alla bimba e al lavoro. Sono in difficoltà perché non si lascia aiutare né da me né da nessun altro. Ma io sto andando a fondo con lui e la nostra bimba ne ha già subito le conseguenze con le sue difficoltà emotive. Ho proposto la separazione ma anche questa soluzione non la condivide. Non credo che lui abbia più amore per me e io non lo so più se ne nutro ancora. Mi sento che lottò per mantenere il valore di una famiglia ma la mia non è la famiglia del Mulino Bianco e faccio così fatica a pensare di mandare il mio sogno in frantumi. Sento che la mia vulnerabilità nell’ aprimi a lui non viene corrisposta e lui é sempre più chiuso nel suo mondo. Non ho il controllo su di lui ma ho il diritto di guardare alla mia salute mentale. E mi sento imprigionata aspettando che lui prenda la sua decisione reale. E io in attesa del verdetto. Sono convinta che un po’ di separazione fisica ci farebbe bene per schiarirci le idee ad entrambe con la speranza poi di metterci a tavolino e affrontare il bue per le corna. Ma mi sento che mi faccio da sola tanti film e nessuno con cui condividerli.

Gentile Simona,

dalla situazione che descrive emerge un forte conflitto emotivo che genera stallo e che le impedisce di prendere decisioni responsabili riguardo la sua vita e quella della sua bambina.

Anche il suo compagno pare essere provato dal protrarsi di condizioni non favorevoli psicologicamente.  In questo momento, lui, li identifica con  la permanenza in un luogo non adatto o deludente senza avere però progetti concreti di cambiamento da solo o in coppia.

E’ necessario che ognuno di voi due  faccia chiarezza sul proprio percorso, passato e presente prima di poter intravedere soluzioni valide.

Se le è possibile provi lei ad iniziare un chiarimento personale e approfondito con l’aiuto di un professionista. Sarà possibile rimettere a fuoco il suo progetto di vita e verificare le sue possibilità di cambiamento.

Rimango a disposizione se avesse altre questioni

 

Cordiali saluti

Dr. Giancarlo Gramaglia

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