Rapporto di lavoro con sorella
Salve a tutti. Vi scrivo perché da tempo non riconosco più mia sorella. Lavoriamo entrambe in un'azienda e lei è il mio capo. Dopo essersi più volte lamentata a più riprese con me a lavoro dell'atteggiamento ostile dei colleghi (che la sparlano, la prendono in giro e le rispondono male, di conseguenza fanno lo stesso con me), fa convocare in ufficio dalla direzione me e tutti i colleghi. La direttrice ha chiesto quale fosse il problema a ognuno e io sono stata l'unica a dire ciò che succede là dentro. Ora non sono una psicologa, ma penso che in questo caso si parli di mobbing. Una dei colleghi mi ha detto che sono pazza, che sono solo cose nella mia testa e in tutto questo da parte di mia sorella, che ha assistito all'episodio che avevo riportato alla riunione, non ha detto niente... Ha continuato dicendo che, come aveva ben detto la collega, bisogna comunicare prima queste cose ( già più volte segnalate alla direzione da tante persone in azienda). Ora, io mi sono sentita tradita, presa in giro ( perché comunque anche la direttrice, cui è stato segnalato tante volte, sapeva) e dopo tanto sopportare in quell'azienda, tanto sovraccarico di lavoro e tante ingiustizie ( assegnazioni di lavori, in cui avrei dovuto ricevere una formazione e invece sono stata "abbandonata" a me stessa), voglio chiudere i rapporti con mia sorella e cominciare a cercare un altro lavoro. La mia domanda è: cosa pensa uno psicologo di una situazione del genere. Grazie per la risposta
Gentile Arianna,
la situazione che lei si trova a vivere è complicata, ma la sua consapevolezza è orientata in modo proficuo poiché nella descrizione che ha portato, accanto alla sofferenza, sono già presenti elementi risolutivi importanti per il suo benessere.
I rapporti sani sono quelli con partner con i quali
possiamo scambiare e far fruttare vicendevolmente la realtà.
Quando invece i nostri compagni di vita e lavoro non sono partner, ecco che si mostrano solo i “ruoli” come maschere che subentrano per sottolineare l’asimmetria nei rapporti.
L’organizzazione del lavoro sicuramente prevede attribuzioni di funzioni diverse, ma accanto agli organigrammi sussistono i rapporti umani che per poter funzionare e far funzionare anche il lavoro, devono continuare ad essere altro rispetto ai ruoli aziendali, sennò inevitabilmente fanno da ostacolo.
Con l’aiuto di un professionista lei potrà continuare ad esplorare e conoscere meglio le dinamiche che in questo momento agiscono tra lei, sua sorella e anche le colleghe , e valutare le direzioni di cambiamento necessarie per ristabilire la sua soddisfazione
Un caro saluto
psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista - Torino