Dott. Giancarlo Miglietta

Dott. Giancarlo Miglietta

psicologo clinico, psicoterapeuta

Come reagire a dei genitori che non credono in te?

Salve,
mi presento sono una ragazza di 22 anni. Non mi sono mai ritenuta stupida, mi sono diplomata con buoni voti e finita la scuola ho cominciato a cercare lavoro. Sono una persona molto curiosa e per questo i miei interessi spaziano in vari campi. All'inizio del mio percorso sono stata contattata da un'azienda per un corso di programmazione specifico riguardante un loro software che però si svolgeva circa ad un ora da casa mia. Ho scelto di seguire quella strada sentendomi ripetere ogni giorno che non c'è l'avrei fatta e che non è un lavoro da donne.. Inutile dire che ho passato il corso a pieni voti senza mai sentirmi dire anche un singolo 'brava' dai miei genitori, solo critiche. Tuttora sostengono che è merito loro se l'ho fatto. Terminata questa esperienza ho cominciato a seguire la strada del pubblico impiego negli enti locali, al primo concorso sono entrata a tempo determinato, in seguito ho lavorato anche in un altro comune e ad oggi lavoro ancora nell'ambito dell'edilizia, materia che ho scoperto piacermi molto. Sono consapevole di aver sempre avuto aspirazioni molto alte e spesso difficilmente comprensibili, sempre se così si può definire il pretendere di vivere in un luogo che sento come casa ed essere a contatto con le mie passioni un po' più leggere se così si possono definire. Ho stupidamente provato a spiegarlo ai miei ma le uniche cose che mi sono sentita dire sono state 'smettila con queste fantasie inutili e trova altro'. Ogni volta sempre la stessa storia, io non so davvero più come uscirne e mi fa stare male essere sempre criticata su ogni mia scelta.

È interessante notare come lavori molto per ottenere una indipendenza professionale seguendo le proprie aspirazioni nonostante il parere dei suoi genitori, dei quali però subisce il giudizio costante. Apparentemente è a tratti contraddittorio.

Non possiamo pretendere che le scelte individuali siano apprezzate sempre e comunque dai propri genitori ma possiamo svincolarci dai tentativi di essere svalutati e ridimensionati lavorando su cosa significhi separarsi, crescere e porre dei confini.

Le consiglierei di valutare una consulenza psicologica, un supporto per diventare indipendente anche dal punto di vista relazionale nel rapporto con i suoi genitori.