Mi sento estranea alla mia vita. Sono sempre in ansia e senza entusiasmo.
Mi sento estranea alla mia vita. Sono sempre in ansia e senza entusiasmo. Se mi capita qualcosa di bello e positivo sono felice. Se mi succede qualcosa di negativo oppure devo prendere una decisione allora o rimuovo il fatto, oppure cerco di risolvere il prima possibile (spesso male) e penso “vabbè”. Per qualunque cosa cerco di trovare la soluzione più rapida e semplice per risolvere e se sbaglio trovo un'altra soluzione semplice e rapida e penso “vabbè”. Sono pigra. Se qualcuno mi dà una brutta notizia, cerco subito una spiegazione e penso “ok, a posto, anche questa è risolta”; in altre parole mi fascio la testa. Se devo risolvere un problema, mi viene una botta di ansia, perdo lucidità e cerco di risolvere il problema nel più breve tempo possibile in modo da uscire dalla fase di ansia. Non so gestire l'imprevisto. Ho paura. Durante la fase di ansia, è come se vedessi tutti gli elementi che compongo il problema e la soluzione, come tessere di un mosaico, tessere tutte sparse. Non riesco a vedere il problema nel suo insieme. Non riesco a crescere personalmente perché sono bloccata. Ho paura. Mi sento estranea alla mia vita. Non trovo soluzione; non penso “se facessi quella certa cosa andrebbe meglio”; penso “non so come fare”. Quando devo fare un lavoro (con calma, in ufficio) la prima cosa che penso è: “'aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah', oh mio dio non sono capace, come faccio?? Potrei fare così, no cosà oppure colà, è più semplice...no ho sbagliato è meglio fare così...” quasi a caso, basta fare e finire e basta. Non ho forza. Se ho un problema, cerco sempre di trovare un modo per fasciarmi la testa e non risolverlo, un po' perché sono pigra, un po' perché affrontarlo mi farebbe entrare in ansia e non troverei un modo per risolverlo. Se il problema persiste chiedo aiuto a qualcuno che ritengo competente e non valuto l'aiuto, eseguo, perché sono già in ansia per la risposta (per paura di non capirla, per quello che comporterà a me ovvero mi fascio la testa, perché penso che non ci ho pensato già prima io, perché potrebbe essere che non io non sia d'accordo ma non so perché, perché non riesco a pensare...). Quando eseguo, penso “vabbè, va bene. Non penso. Un po' perché sono pigra, un po' perché poi mi viene l'ansia. Se penso vado in loop, le tessere del mosaico si spargono. Cerco di non mostrare la mia ansia agli altri, fingo. Molti mi ritengono un persona calma. Non penso e sono estranea alla mia vita. Vorrei poter programmare TUTTO nella vita per arrivare preparata a tutto. Chiedo consiglio su come poter cambiare qualcosa. Grazie
Gentile utente,
penso che non sia semplice per lei aver a che fare quotidianamente con queste spirali emotive che non le fanno trovare un senso in quello che fa e che sono da catalogare come condotte senza pensiero. Mi sembra che l'insicurezza di base di cui Lei ci parla debba essere indagata più a fondo, per capire da dove proviene e per comprendere se e in che misura le sue ralazioni importanti entrano in questa vicenda. Ritengo che possa esserle molto utile una consulenza psicologica con uno specialista che possa esplorare tutto ciò che riguarda il suo rapporto con se stessa e con le figure significative della sua vita. Riattivare i processi di pensiero tramite una riflessione più congrua e obiettiva su se stessa è un obiettivo che si può perseguire già all'inizio di una consulenza psicologica, per poi proseguire, se necessario, con una terapia. Nel frattempo, prima di rivolgersi ad uno psicologo le posso consigliare di iniziare a scrivere un diario su ciò che sente, nei diversi momenti della giornata sforzandosi di capire da dove queste emozioni possano provenire. Può essere un modo per prepararsi ad affrontare le sue problematiche e nel contempo può servire per ridurre l'ansia.
Resto in ascolto
Cordiali Saluti