Non sono soddisfatta della mia vita

Buonasera, scrivo qua perché sono veramente disperata. Sono una donna di 33 anni e non sono soddisfatta della mia vita. Anzi, non riesco più a vivere così. Vivo sola, faccio un lavoro che non mi piace, stressante, con persone che non mi trattano bene, ho dei problemi di salute che mi buttato giù psicologicamente. Ho speso tanti soldi in visite, farmaci, terapie. Sto meglio fisicamente ma la strada della guarigione è ancora lunga. Non ho nessuno affianco che capisca. Ogni volta che provo a conoscere qualche uomo, poi questo mi tratta male e scappa. Sono stata fidanzata, ho avuto altre relazioni e soprattutto il mio fidanzamento mi aveva distrutto psicologicamente. Non mi sono mai ripresa del tutto, ho poca autostima, problemi di ansia e ho paura a socializzare. Sono anche molto emotiva e sensibile. La maggior parte delle volte, non sopporto le persone, mi da fastidio vederle felici perché io non lo sono, non mi trovo bene quasi con nessuno, sto bene solo con i miei animali. Faccio sempre paragoni con le vite degli altri. Non ho avuto una infanzia facile e il divorzio dei miei genitori, per me è stato un trauma. In questi giorni sto male, ho angoscia, ansia, piango spesso, perché il ragazzo con cui avevo iniziato una frequentazione, ha voluto chiudere. Non capisco perché nessuno mi vuole. Mi sento sola. So bene che divento dipendente da un uomo, che cerco la felicità in una relazione e non dovrebbe essere cosi. In questi giorni ho brutti pensieri, perché così non c'è la faccio più a vivere. Tra una settimana sarò in ferie, avrei dovuto passare qualche giorno con lui e invece sarò sola e al pensiero mi prende l'ansia. Vorrei cambiare tutto, lavoro, città, imparare ad amarmi ma non so come fare. Mi sento una fallita. A 33 anni, pensavo di avere già una famiglia e dei figli e l'idea che sicuramente non sarà cosi, mi distrugge. Spero riusciate a darmi qualche consiglio, grazie

Il suo quadro psicofisico è complesso e si ripercuote a livello relazionale, affettivo, lavorativo. Qualcosa deve essere accaduto nella sua esistenza che la rende ipersensibile al modo con cui gli altri interagiscono con lei e la porta ad attaccarsi anche a persone che a lei non sono adatte. E' come se lei avesse il fianco esposto alla sofferenza. Così la percezione di solitudine si ingigantisce e la rende triste e insicura. Non metta in atto cambiamenti esistenziali in questo momento: potrebbe compiere errori perche' adesso è psicologicamente fragile. Cerchi uno psicologo che la supporti in un percorso di acquisizione di riequilibrazione, di consapevolezza delle sue risorse, di attribuzione di senso e di significato alla sua vita. Cordialmente, Gianna Maria Tavoschi