Buongiorno, gli ultimi anni della scuola primaria sono caratterizzati da un salto qualitativo notevole per quanto riguarda la complessità dell'apprendimento: la didattica si fà più concettuale, e lo sforzo cognitivo richiesto ai piccoli studenti cresce in modo significativo. Bambini che hanno svolto senza intoppi i primi anni delle scuole elementari, possono, inopinabilmente, manifestare difficoltà in quelli successivi. A volte, invece, la capacità cognitiva non è strettamente implicata nel disagio, e dunque occorre volgere lo sguardo al mondo relazionale ed affettivo del bambino, sia nella scuola (compagni, insegnanti), sia in altri contesti (es. famiglia, amicizie). Un bambino non apprende meccanicamente come un computer, per il cucciolo umano la scuola è sempre e soprattutto un mondo di emozioni, di scoperta di sé, sviluppo dell'identità, conferma del proprio valore e altro ancora. Una o più incertezze nelle aree citate possono ingenerare ricadute sull'apprendimento, per questo è fondamentale che vi sia un ottimo dialogo tra bambino, genitori, insegnanti, e ancor più ascolto empatico e autorevolezza rispetto ad ansie e perplessità dell'infante. Oltretutto, in alcuni casi specifici occorre rivedere attentamente lo stile educativo genitoriale, ma anche scolastico (la scuola non è solo didattica, ma soprattutto un'agenzia educativa!). Se il problema persiste, rivolgetevi con fiducia ad uno psicologo per una più attenta valutazione. Cordialmente