Gentile Desirè, mi conceda un luogo comune, del tutto veritiero: il mestiere del genitore è il più difficile del mondo. Non esiste un manuale del perfetto genitore, neppure noi psicologi ne possediamo uno. Del resto, uno dei più grandi studiosi dell'intersoggettività, D. W. Winnicott, parla espressamente di "madre sufficientemente buona", mettendo in guardia dai rischi di un'eccessiva ansia da accudimento. Che la ragazza manifesti un certo disagio è comprensibile, vista la situazione. Non è detto che ciò debba destare allarme, va semplicemente monitorato. Detto in maniera schematica (ogni caso è a sé), il disagio può manifestarsi con sintomi esternalizzanti, es. comportamenti problematici, oppure con sintomi internalizzanti, es. psicosomatica e assunzione compulsiva di cibo. L'ingresso nell' età adolescenziale accresce le difficoltà, ponendo in maggiore evidenza bisogni di autostima ed accettazione sociale. Che cosa può fare Lei, madre, in tutto questo? Esserci affettivamente come genitore (non come amica!) senza invadere, orientare nelle scelte concedendo margini di libertà, essere empatica ed autorevole, quindi accogliere il mondo emotivo di sua figlia, senza però divenire troppo protettiva, e fornendo anche qualche sprone per il percorso di crescita. Se ciò non dovesse bastare, la consulenza di uno psicologo costituisce un prezioso e irrinunciabile strumento. Un caro saluto