Buonasera, l'alcol, soprattutto nel suo caso, si costituisce come una forma di automedicazione almeno su due livelli: 1) neurofisiologico, poiché la struttura chimica dell'alcol lega specifici recettori cerebrali denominati GABA, la cui funzione inibitoria genera un effetto ansiolitico nelle prime fasi di assunzione, quindi i soggetti che tendono all'ansia ne ricavano un beneficio temporaneo, anche se successivamente il malessere è devastante; 2) psico-affettivo, visto che il bevitore riempie il vuoto interiore e si stordisce cercando di ridurre il dolore emotivo, ma in realtà quest'ultimo spesso si acutizza. Certamente lei potrebbe essere a rischio in questa fase così delicata, ma potrebbe anche cogliere una grande occasione: dimostrare a se stessa che la dipendenza, sia etilica sia affettiva, ha riempito spazi mentali e sentimentali che suonano come un campanello d'allarme del suo equilibrio, e che ora lei ha imparato ad ascoltare ed esprimere in maniera costruttiva. Dunque cerchi nelle relazioni importanti - famiglia e/o amicizia - il balsamo caldo per accudire i suoi bisogni, non rimanga sola, e se necessario si rivolga ad un professionista per un aiuto psicologico, anche il servizio pubblico dovrebbe garantirle questo supporto. Non potendo dirle di più in assenza di maggiori dati, le auguro di poter conquistare le cose migliori, e le rivolgo un caloroso saluto.